Prhome ci racconta “Alle sette della sera”

tempo di lettura: 6 minuti

Dopo Lost in tha Hood, il quarto disco ufficiale di Prhome uscito nel dicembre 2022, il rapper pubblica Alle sette della Sera, Ep che vede la cantante Françoise al fianco dell’artista polesano in parti cantate che lo stesso Prhome ha scritto per lei. L’Ep, formato da cinque tracce, esce per True Life Records e distribuzione La Grande Onda/Altafonte. Nata in Moldavia da padre angolano e madre moldava nel 1985, Françoise ha Iniziato a studiare fin da piccola il pianoforte avvicinandosi alla black music nel 2002 grazie all’incontro con i ContinuoRilasso di cui faceva parte lo stesso Prhome. In questa piccola intervista abbiamo cercato di capirne di più sul nuovo Ep e di tirare le somme sul disco, di cui abbiamo parlato anche sul numero 28 di Moodmagazine.

In questi mesi si discute molto di femminicidio, di uguaglianza di genere e di tutte quelle cose che seguono notizie come quelle di Giulia Cecchettin. Qualcuno ha detto che l’odio verso le donne nasce anche dai contenuti proposti dai media. Tu cosa ne pensi?
Non ho mai sentito dire da nessuno di essere a favore della violenza sulle donne e del resto come potrebbe essere possibile udire una cosa del genere? Anzi. Non si fa altro che leggere post di persone che si schierano apertamente contro questo fenomeno. Idem in tv e allora mi chiedo: cosa succede? Com’ è possibile che ad un certo punto una persona possa fare quello che questa volta è stato fatto nei confronti di Giulia? C’è qualcosa di tremendo che ad un certo punto scatta in alcune persone e prende il sopravvento. Non ti so dire che cosa sia, non so se sia una cosa che scaturisca all’improvviso o se dia prima dei segnali in maniera graduale. Probabilmente non lo sa ancora nessuno perché altrimenti tragedie del genere verrebbero scongiurate. Penso anche che a livello mediatico se ne parli troppo e a sproposito e questo mi fa letteralmente schifo, non si può trasformare una tragedia in spettacolo ma (purtroppo) è sempre così. Per quanto riguarda invece i testi di certe canzoni di merda io sono del parere che non vadano così tanto ad influenzare chi le ascolta istigando i ragazzi a compiere gesti come quello fatto nei confronti di Giulia, penso però che questa musica di merda vada ad influenzare i ragazzi più giovani portandoli a fare altra musica di merda perché vedono questa roba esclusivamente come strumento per fare soldi ed acquisire fama. Chi ci rimette è la musica. Sinceramente tutto questo proliferare di robaccia, credo che oltre ad essere un pessimo esempio soprattutto per i più giovani, sia comunque una forma di violenza. E ovviamente non sono una di quelli che pensa che la musica debba sempre e solo dare un messaggio. Sono a favore della musica come intrattenimento!

Tu come genitore, come padre, c’è qualcosa che limiti nei confronti di tuo figlio? In che modo lo educhi?
Mio figlio Nicolò ha sei anni e sto con lui da quando è nato. Non lo educo col concetto di dare dei limiti ma con l’assunto di dare degli esempi e cerco di farlo nella maniera più sana e spontanea possibile. Basterà? Sarà sufficiente? Non lo so ma al momento è il massimo che so fare.

Questa cosa che hai detto è davvero interessante. Posso chiederti un esempio di “dare degli esempi”?
È molto semplice: basta fare invece di parlare e per farlo bene devi allenarti tanto, anche i giorni in cui ne hai meno voglia e sei meno motivato perché hai la percezione che i risultati tardino ad arrivare. Lavorare in questo senso per ottenere dei risultati è diverso dal crearsi delle aspettative, non c’è speriamo che ma piuttosto facciamo per. Esempio stupido: se a Nicolò che deve preparare lo zaino per la scuola dico che deve mettere i quaderni in una determinata maniera, poi l’astuccio in un’altra e poi che deve mettere la merenda in un determinato modo, risulterà più o meno efficace del farglielo vedere concretamente una volta e poi magari ripeterlo insieme?  Oppure nella musica, è molto più facile e sbrigativo riempire i social con post e stories dicendo che la musica di oggi fa cagare e che non esce mai nulla di originale piuttosto che mettersi lì a studiare e a FARE un disco.

Alla luce di questo, hai fatto una dichiarazione molto forte nei confronti di Françoise. Parli di consacrazione del vostro rapporto personale e lavorativo, fondato sul rispetto e sulla stima reciproca. Tu credi che le donne siano in qualche modo svantaggiate nella musica o nella vita?
Non mi sono mai posto il problema perché ho sempre pensato che uomini e donne viaggino pari. Mia madre ha sempre lavorato tanto come mio padre ed entrambi si sono occupati di me e di mia sorella e hanno portato avanti con tanti sacrifici e dignità la famiglia aiutandosi sempre l’uno con l’altro ed è questo l’esempio che ho avuto e che mi hanno trasmesso. Le donne nella musica sono svantaggiate? Sinceramente non credo, le cose peggiori a livello musicale le sento dai maschi i quali se fossero così avvantaggiati userebbero meglio le loro skills per dire e fare qualcosa di più interessante e invece …

Provo a tornare sui binari e su quella che avrei voluto fosse la domanda di partenza. Sono qui per far conoscere agli appassionati di Hip Hop il tuo nuovo album: Alle sette della sera che ha proprio Françoise come voce femminile di accompagnamento. Mi dici qualcosa su questo progetto?
Sono cinque tracce dove Hip Hop e Soul si incontrano e uno degli aspetti più importanti è che questo incontro avviene su un territorio che musicalmente parlando mescola sonorità attuali a tappeti west. È un momento molto particolare questo perché la maggior parte delle cose che escono vengono annunciate dai medesimi artisti come progetti originali che non seguono le mode. Spesso non è vero, ma va di moda dirlo. Mi sto divertendo molto a portare questo progetto dal vivo perché tra me e Françoise c’è un ottimo feeling basato e costruito su un rapporto ventennale e che col passare del tempo si perfeziona sempre di più.

Come vi organizzate quando suonate dal vivo? Com’è normalmente un vostro live?
Quando suoniamo live facciamo i cinque brani del nuovo Ep e poi farciamo il tutto con altri pezzi come Malo al quale abbiamo lavorato insieme e che fa parte di Lost In Tha Hood, il mio disco uscito a dicembre 2022. Il live è fatto a blocchi ed è sempre in evoluzione anche se ha una base solida così chi ci viene a vedere anche più volte ha sempre l’impressione di assistere a qualcosa di nuovo. Ai live porto sempre una valigetta con i dischi e del merchandising. È una cosa alla quale tengo molto e alla quale in pochi danno importanza probabilmente perché starci dietro richiede molto tempo e costanza ma “e non ti prendi mai cura di te chi può farlo al tuo posto? In realtà è un aspetto fondamentale della faccenda perché se fatto con coscienza e metodo aiuta a fortificare e consolidare la tua brand identity come poche altre cose.

Qualcuno mi ha spoilerato che Françoise sta anche lavorando a un proprio disco. Prodotto proprio da te. È la verità? Puoi anticipare qualcosa?
Si è vero, ma è molto prematuro parlarne. Proprio in questi giorni stiamo impostando il lavoro coi producers per quanto riguarda i beats, ma siamo ancora in una fase embrionale. Sicuramente il fatto di essere uscita allo scoperto (anche a livello mediatico) grazie al mio ultimo Ep le ha permesso di essere conosciuta ad un pubblico molto più ampio e questa cosa le gioverà molto e ne beneficerà anche il suo progetto discografico. Le sue qualità non si discutono, sia in studio che live e farò il possibile per aiutarla ad ottenere tutto quello che secondo me si merita.

Con True Life stai lavorando ad altri progetti? Nuovi dischi, nuova linea di abbigliamento? Che sogni in grande hai per il tuo marchio?
Stiamo lavorando sodo, su tutti i fronti perché (grazie a Dio) al momento le due cose viaggiano ancora in parallelo nonostante l’enorme dispiego di energie sia fisiche che mentali. Non sono mai stato uno spoileratore seriale perché non vorrei mai fare la fine di quei poverini che annunciano, proclamano, parlano tanto e poi … Quindi riguardo questo non dirò niente di più! (ndr Ride!). “Accontentati” di sapere che in primavera succederà qualcosa di veramente “grosso”. Stop

Ultima domanda e ti lascio. A distanza di un anno, come è andato il tuo disco ufficiale Lost in Tha Hood?
Lost In Tha Hood è stato l’album che ha segnato il mio ritorno. Non è stato facilissimo scegliere quali e anche quanti brani metterci dentro perché i racconti e le cose da dire erano tante ma alla fine sono veramente contento delle scelte che ho fatto e di quello che ne è uscito. Sono riuscito anche a gestire bene la parte live del disco perché quando hai un album che su quindici tracce ne ha circa una metà con featuring può diventare complicato organizzare i concerti, ma anche stavolta ce la siamo cavata alla grande così chi viene ai live ha la possibilità di ascoltare gran parte del disco con i suoi racconti straight from the ghetto. 

 

Previous Story

Siamo stati all’Aqua Granda freestyle Contest

Next Story

Jap & Paggio: l’intervista!