Murals for Cambodia: La Rinascita dell’Arte Moderna Khmer grazie alla Street Art

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Il viaggio che vi apprestate a intraprendere è un profondo e toccante sguardo all’interno di un festival dedicato all’arte del writing e della street art che si terrà tra il 15 e il 17 novembre a Phnom Penh, la vibrante capitale della Cambogia. In questa occasione, ho avuto l’onore di intervistare Fonkie, un artista instancabile che è stato il cuore pulsante di questa rinascita artistica. La sua notorietà non è solamente frutto della sua eccezionale abilità, ma anche della straordinaria “fortuna” di essere stato il primo artista di origini cambogiane a investire la propria energia in questo paese.

Permettetemi di precisare che la Cambogia non ha mai conosciuto una vera scena di writing. Gli atti illegali sono rari, se non addirittura inesistenti, e le condizioni socio-politiche non favoriscono la nascita di tale movimento. Questo, almeno, è quanto mi è stato raccontato. I pochi graffiti illegali che si possono incontrare sono spesso semplici “blow up,” lasciati da anime di passaggio.

La street art in Cambogia ha principalmente scopi commerciali, come apprenderete nel video allegato a questo articolo. Gli artisti sono attratti dalla cultura Hip Hop, ma manca una scuola di riferimento. La Cambogia, dopo anni di devastante guerra civile che l’hanno azzerata, sta vivendo un periodo di crescita economica rapida. Con il progresso economico sorge il bisogno di un’identità culturale e di espressione. L’arte visuale è un faro di attenzione in questa evoluzione.

Prima degli eventi degli anni ’70, la Cambogia era un faro nel panorama del design, dell’architettura, della moda, della musica, del cinema, dell’istruzione e molto altro nel Sud-Est asiatico. Ma come ho già accennato, gran parte di questa ricchezza è andata perduta. Fonkie, che incontrerete nella video intervista, ha avuto la fortuna di nascere da genitori cambogiani che sono fuggiti in Europa prima dei tragici eventi, e successivamente si sono stabiliti a Montreal. È qui che Fonkie ha scoperto la scena Hip Hop e sviluppato il suo talento artistico. Nel 2012, ha deciso di tornare in Cambogia per dipingere e da allora, è tornato ogni anno fino a stabilirsi definitivamente e aprire la sua galleria d’arte, che funge anche da laboratorio creativo per altri artisti.

Il suo stile unisce le sue abilità creative ai punti salienti della cultura locale, incorporando elementi del lettering cambogiano e dettagli nativi nelle sue opere di street art.

Tornare in Cambogia è stato un cambiamento culturale radicale per Fonkie. Da un purista del writing, si è ritrovato in un paese dove era difficile trovare bombolette di qualità e dove le richieste di commissioni artistiche superavano le sue più rosee aspettative. Non voglio demonizzare la situazione sopra descritta, ma è innegabile che qui sembra che tutto ciò che è “underground” e la vera essenza dell’Hip Hop siano stati quasi completamente trascurati in favore di un approccio principalmente commerciale. Giusto o sbagliato, migliore o peggiore, il mio punto di vista è che, considerando la situazione in cui si trova il paese, qualsiasi sforzo per promuovere l’arte e generare interesse è benvenuto, a condizione che sia fatto con dedizione e competenza. In questo caso, non ci sono dubbi, altrimenti questo articolo non avrebbe mai visto la luce.

Va detto che in questa parte del mondo, la libertà di espressione è limitata, e la “campana” che suona oggi è quella del divertimento, non una campana di protesta. Gli artisti non hanno il lusso di esprimere idee politiche o mettere in discussione lo stato attuale delle cose. Lo menziono non per criticare, ma per far riflettere su quanto possiamo dare per scontato in luoghi dove la libertà di espressione è garantita da tempo.

Oltre allo studio di Fonkie, esistono altre oasi creative in Cambogia che stanno coltivando legami stretti con la cultura Hip Hop.

L’ascesa di questa forma d’arte, che mescola influenze occidentali con la cultura locale, è una testimonianza dell’evoluzione di un paese che cerca di riconquistare la sua identità creativa. La Cambogia, un tempo fiorente e leader in molti settori culturali, è stata brutalmente devastata dalla guerra civile e dalla dittatura di Pol Pot. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, il paese ha fatto passi da gigante verso la ricostruzione e il progresso. La sua economia è in crescita, la società sta cambiando e gli artisti stanno emergendo come potenti agenti di cambiamento e ispirazione.

Il viaggio di Fonkie, nato da genitori cambogiani ma cresciuto all’estero, è stato un ritorno alle radici e un’opportunità di dare un contributo significativo a una nazione che sta cercando di riaffermare la propria identità. Fonkie ha portato con sé il bagaglio di influenze e abilità che ha acquisito nel mondo dell’Hip Hop e del writing all’estero, e le ha fuse con la ricca tradizione artistica cambogiana. Il risultato è una fusione unica di stili e culture che ha catturato l’attenzione del pubblico e ha contribuito a plasmare una nuova narrativa artistica per il paese.

Il Cambogia ha perso molte delle sue risorse creative durante gli anni di guerra e oppressione. Ma ora, con il ritorno dell’arte e la crescita economica, il paese sta lentamente ma inesorabilmente ricostruendo la sua eredità artistica. Fonkie è uno dei tanti artisti che lavora instancabilmente per portare nuova vita all’arte cambogiana. La sua galleria d’arte non è solo uno spazio espositivo, ma un laboratorio creativo dove altri artisti possono sperimentare e crescere. Questo è un segno tangibile dell’impegno di Fonkie nel sostenere le generazioni giovani in cerca di espressione creativa.

La street art è un mezzo potente per raccontare storie, esprimere emozioni e trasmettere messaggi. Fonkie e altri artisti stanno utilizzando questo mezzo per dare voce alle loro comunità, per celebrare la cultura cambogiana e per ispirare le generazioni future. Le loro opere d’arte decorano le pareti di Phnom Penh, trasformando la città in un museo a cielo aperto. Ogni murale racconta una storia, rappresenta una visione o cattura un momento. È un modo per connettersi con la storia del paese e creare nuovi legami tra le persone.

Nonostante le sfide e le limitazioni, la street art in Cambogia sta prosperando. Questo è un segno della resilienza e della determinazione degli artisti locali. Nonostante le restrizioni sulla libertà di espressione, essi trovano modi creativi per comunicare con il mondo. La street art è diventata una forma di protesta silenziosa, un modo per sfidare le convenzioni e trasmettere messaggi potenti.

Un esempio chiaro lo trovate in questo pezzo realizzato da writer birmani che si sono visti sfregiare i pezzi dai soldati del regime militare. Ecco che le loro opere, dove sono loro stessi a cancellare le loro scritte, arrivano al mondo esterno, come prova della loro resistenza. Denunciando così, in modo sapiente e profondo, un abuso di potere schiacciante, ma che non è riuscito a fermare la loro voce. Voce che non si alza solo per far sapere dei loro pezzi cancellati, ma per richiamare l’attenzione del mondo sulle condizioni della popolazione Birmana.

Il paesaggio artistico cambogiano sta vivendo una vera e propria rinascita, e la street art sta giocando un ruolo chiave in questo processo. Fonkie e i suoi colleghi stanno aprendo nuove porte per gli artisti giovani e emergenti, offrendo opportunità e ispirazione. La loro dedizione all’arte e alla cultura cambogiana è una fonte di grande orgoglio per il paese.

In conclusione, “Murals for Cambodia” è un’espressione vibrante di creatività e resilienza in un paese che sta cercando di ritrovare la sua identità artistica. Fonkie e gli altri artisti coinvolti in questo movimento stanno facendo la differenza, ispirando le generazioni future e celebrando la cultura cambogiana. La street art sta trasformando le strade di Phnom Penh in un museo vivente, un luogo dove le storie vengono raccontate attraverso colori e forme. È un viaggio emozionante e pieno di speranza, che mostra il potere dell’arte nell’ispirare il cambiamento e la crescita in una società in evoluzione.

 

 

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