Nesli: «do voce alle emozioni e questo non cambierà mai»

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Ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con Nesli in occasione dell’uscita di Nesliving Vol 4 – Il seme cattivo. Il disco, quarto volume della saga firmata dall’artista e da sempre espressione di massima libertà, è stato pubblicato a marzo 2023 a distanza di tre anni dal suo ultimo lavoro. In questa intervista ho voluto capire le intenzioni future di Neslie dal punto di vista musicale, chiedendogli poi qualcosa sui suoi cambiamenti personali e sul nuovo progetto.

Si può dire che con Nesliving vuoi chiudere la tua carriera da cantante o questa conclusione è sbagliata?
Abbandonare la carriera di cantante suona drammatico ed è una cosa innaturale, io sono un cantante, nel senso che do voce alle emozioni e questo non cambierà mai. Ho detto che per com’è la situazione ora, non voglio più fare dischi.

Da quanto tempo avevi in mente di scrivere per altri, piuttosto che per te stesso?
È da tanto che me lo chiedono ma io non ero pronto e consapevole del tutto di alcune cose. Ora è solo il momento giusto per farlo.

Scrivi diversamente se è per te stesso?
Sempre come un narratore, vivo la cosa come fossi io anche se posso provare ad immedesimarmi ma l’emozione è sempre la mia e nasce da me, da un mio vissuto, dalla mia sensibilità.

Tornando al disco, come mai Il seme cattivo?
Perché è quello che sono, che sono sempre stato. Cammino da una vita sul filo tra giusto e sbagliato, tra bene e male, tra successi e fallimenti.

Rivoluzione. Qui dici un bel po’. Cosa ti è successo in questi anni? Quando e in che modo ti sei trovato nelle sabbie mobili? E come ne sei uscito?
Chi dice che ne sono uscito?! (ride, n.d.r.). Ho fatto scelte sbagliate sul lavoro, persone sbagliate, dischi sbagliati. Dal covid in poi è stato un disastro, un giorno mi sono svegliato e ho capito che avevo perso tutto o quasi, e ora sto ricostruendo i pezzi e sto scrivendo tante canzoni.

In questo disco te ne sei fregato degli standard. Sei tu. Libero. Posso chiederti se sei semplicemente come uomo?
Purtroppo sì, sono così, esattamente come questo album, in tutte le sue sfaccettature. E ho capito solo ora che tutto quello che c’è dietro una canzone rappresenta tanti piccoli attimi di felicità. Quando la scrivi, la pensi, la crei, la canti.

Mi lego a questa domanda per chiederti come vedi il mercato discografico di oggi.
Il mercato di qualunque settore riflette sempre il tempo che sta vivendo, criticare e giudicare male ho imparato che non porta a nulla e soprattutto attribuire all’industria un sentimento, è sbagliato. È la visione di un artista e quello che rappresenta in quel momento a poter fare la differenza, credo che siano momenti.

Qual è il limite fra arte e marketing?
I soldi.

Ad un certo punto dici che la musica non l’ascolta più nessuno. Come spieghi questo, pensando al fatto che viviamo nell’epoca dei grandi numeri? Cosa sono questi numeri di cui tanto si parla?
Sai che io non lo so, non so risponderti. Ho imparato che se una cosa sembra troppo bella per essere vera, probabilmente non è vera. Quella frase la dico su “Il male minore” ed è riferita più a me che alla musica in generale

Ho una curiosità, magari stupida sulla copertina. Quella in cui sei seduto è una delle moderne sedie che si vedono in giro, col design a noce. Volevi rappresentare te dentro a una sorta di seme? Ti ritieni un seme cattivo?
La copertina è stata suggerita dalla foto, ci siamo trovati questa immagine ed era perfetta per descrivere il titolo. Si, rappresenta un seme, cattivo appunto.

 

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