Intervista: Dj Fede e Dafa presentano “1974”

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L’album 1974 è fuori da pochi giorni. Dj Fede e Dafa lo avevano anticipato tempo fa pubblicando i singoli “Ghetto master” e “Life story”. L’unione di questi due artisti storici dell’Hip Hop Italiano prende il nome di Young Veterans, nome che celebra una visione, un background e una passione comune che dura da oltre vent’anni. Gli ospiti del disco sono Dj Delta, Dj Double S, Dee Jay Park, Dj Tsura, Ape, Dope One, Kiffa e Sab Sista.

Avevate già collaborato insieme negli anni. Come siete arrivati a decidere che era il momento di un disco? 
Dafa: Solitamente lavoro con più produttori all’interno di un progetto. Per me è una novità. Ma con Fede è stato tutto molto naturale. Siamo partiti con l’idea di un EP. Ma l’ottima alchimia in studio ci ha portati a chiudere otto tracce più Intro e Outro. Un album relativamente corto, in pieno stile anni ’80.
Dj Fede: Non avevo mai fatto un disco intero con un unico MC. Come dice Dafa, inizialmente doveva essere un EP come quello che ho realizzato con Poppa Gee. Poi il progetto si è sviluppato in maniera abbastanza naturale. Essendo entrambi di Torino, conoscendoci da più di 20 anni e avendo già collaborato bene in precedenza, le cose sono state naturali e fluide. Sicuramente il fatto di averlo realizzato durante la pandemia ci ha dato la possibilità di dedicare la giusta attenzione al progetto. In un altro momento, con tutte le serate a pieno regime e il mio album in lavorazione, forse non sarei riuscito a lavorarci così bene.

Avete scelto come titolo il vostro anno di nascita, 1974. Come mai?
Dafa: Personalmente mi interessava un titolo piuttosto semplice e di effetto. E poi diciamoci la verità: è un’ottima annata.
Dj Fede: Un giorno, mentre parlavamo di musica, è venuto fuori che eravamo entrambi del 1974. Non avevamo ancora parlato del titolo del disco e ho proposto a Dafa di chiamarlo così. A lui è piaciuto e lo abbiamo confermato subito.

La vostra unione porta il nome young veterans che per molti potrebbe essere un ossimoro. In cosa siete young e in cosa siete veterans?
Dafa: Senza alcun dubbio mi sento Young nello spirito e nell’attitudine, Veteran nell’approccio tecnico e stilistico nell’arte del rimare. È un ossimoro? Si. Ma se fai combaciare ed amalgamare le due cose otterrai “1974”.
Dj Fede: Siamo giovani per la voglia di fare musica, di mettere in piedi progetti e anche nella velocità di realizzazione. Siamo veterani perché siamo in questo game da quasi 30 anni.

Se parliamo di suoni, cosa troviamo in 1974?
Dj Fede: Soul, Funk, jazz e disco convertiti e rielaborati nel rap. Il suono più classico, quello che amo e che ho sempre perseguito. Mi piace molto come suona questo disco, rappresenta al 100% i suoni che cerco e che voglio dare ai miei beat. Per scelta, ho rallentato leggermente i bpm dei miei beat, un po’ come sta andando di moda anche in America e il mood che si è creato mi soddisfa.

Come vi siete organizzati per lavorare al disco? Come avete scelto temi, rifiniture, pezzi da fare uscire?
Dafa
: 1974 parla principalmente degli anni ottanta/novanta. Non ho fatto altro che raccontare storie personali viste con gli occhi di un adolescente. E alcune di queste storie si sposavano perfettamente con le atmosfere dei beat su cui volevamo puntare. Due di queste tracce storytelling sono uscite come singoli. Una scelta fatta in totale sintonia. Ed è stato fondamentale per entrambi, oggi che le barre viaggiano solitamente via mail, poter lavorare direttamente in studio insieme.
DJ Fede: Io ho fatto una marea di beat, in pandemia ne facevo anche tre o quattro a settimana, ne ho mandati un po’ a Dafa che ha scelto ciò che riteneva fosse più giusto per lui. Di argomenti non abbiamo parlato, quando aveva un pezzo pronto veniva in studio e registravamo. Non dico mai a nessun MC di cosa parlare.

E le collaborazioni del disco? In base a cosa sono state scelte?
Dafa: Scegliere tra tanti artisti che stimi e rispetti quello giusto per un progetto con un concept ben preciso non sempre risulta facile. DJ Double S, Sab Sista e Kiffa sono ovviamente scelte di cuore, avvalorate da profonde amicizie, mentre Ape & Dope One sono l’incarnazione dei rapper che piacciono a me. Parlano poco, scrivono tanto.
DJ Fede: Questa parte l’ho lasciata più a Dafa, io mi sono più occupato dei beat e di mix e master.

Del disco avete estratto un singolo “Ghetto Master” e un video “Life Story”. Come mai questi due pezzi ad anticipare il disco?
Dafa: Come prima traccia da proporre abbiamo pensato a “Ghetto Master” perché è un corpo estraneo, è uno schiaffo in faccia, è una mattanza. “Life Story”, diversamente, ci sembrava il pezzo meglio riuscito, quello che meglio rappresentava lo spirito di “1974”.
DJ Fede: Sono completamente d’accordo con Dafa.

Torno nel passato, vi ricordate il primo primo giorno che vi siete conosciuti?
Dafa
: Ricordo nei primi anni 90 di essere stato, con amici, in un locale dove suonavano Acid Jazz, in consolle c’era un giovane DJ Fede. Poi, se non ricordo male, credo di averlo conosciuto anni dopo a Novara ai tempi dell’Area Cronica.
DJ Fede: Non mi ricordo bene, ma credo al Blues Cafè a Novara. Del locale dove suonavo Acid jazz non ho ricordi, è passato troppo tempo.

A parte il disco, state lavorando anche ad altri progetti separatamente?
Dafa: Io sto covando un EP con un rapper di Milano che stimo e apprezzo, ma ancora non faccio il nome, e poi diversi featuring su progetti di rapper che hanno fatto la storia. Sicuramente continueranno le collaborazioni con Fede, perché lavoro con lui sempre con estremo piacere.
DJ Fede: Io ho chiuso Suono Sporco 2 e sto per chiudere Suono Sporco 3 che usciranno a tre mesi di distanza uno dall’altro in vinile e in digitale, mentre in cd saranno uniti. Parliamo di un grosso impegno, 24 brani nuovi. Poi sto lavorando su un Ep con Dope One, uno con Nardo Dee e ho fatto un paio di produzioni nel nuovo disco di Giso. Ho dato beat anche ad altri rapper, ma non voglio parlarne, i pezzi non sono ancora chiusi e non so quando usciranno i rispettivi dischi.

Avete già un piccolo tour in mente?
Dafa: Ovunque ci permetteranno di esibirci noi risponderemo con il fuoco che ancora brucia dentro. Garantito.

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