Can’t stop won’t stop. L’incredibile storia sociale dell’hip-hop è probabilmente il libro da consigliare per chi volesse entrare per la prima volta in contatto con questa cultura, dato che è innegabile che moltissimi di noi si siano avvicinati all’hip hop attraverso la disciplina che più lo rappresenta, il rap.
Jeff Chang, storico e critico musicale americano, racconta il movimento di 1520 Sedgwick Avenue (un condominio di 102 unità nel quartiere Morris Heights nel Bronx universalmente e storicamente riconosciuto come il luogo di nascita) partendo dalle sue origini giamaicane dei primi anni sessanta e ripercorrendone minuziosamente, con aneddoti, interviste agli originatori, curiosità sugli album più importanti, i vari passaggi della sub culture probabilmente più influente degli ultimi 40 anni. Scritto in modo molto appassionato, a tratti anche divertente, il libro ha vinto l’American Book Award nel 2005, e il New Yorker lo ha descritto come “una delle storie più urgenti e appassionate di musica popolare mai scritte”
Probabilmente facendo riferimento anche al fattore consapevolezza, dato che nel libro non manca ovviamente l’analisi sociale, per chi fosse (o era) interessato all’hip hop come mezzo rivoluzionario data la sua storia provocatoria e brillante che ha permeato la nostra storia recente.
Manuale di riferimento? Sicuramente è un libro coinvolgente che merita di essere letto, anche se non sono mancate le critiche, la più importante arrivata direttamente da uno dei pionieri, KRS-One che ebbe parole di disapprovazione soprattutto sul modo in cui lui era raccontato all’interno del libro e sull’analisi (a suo dire imprecisa e lacunosa) sul movimento Stop The Violence.
Edito da Shake Edizioni nel 2009, la versione italiana è ancora disponibile in libreria e sugli store online.