Merio, ecco l’intervista

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In occasione dell’uscita del primo album da solista Pezzi di Merio, abbiamo fatto alcune domande a Merio, ex Fratelli Quintale, gruppo bresciano che si è imposto nel corso degli anni grazie a live carichi di energia e a dischi importanti come Tra il bar e la favola, prodotto da Mosca e Ceri. Nel 2016 inizia il progetto solista di Merio con i singoli “Get High”, “Judas”, “Rollin’ Stone”, in cui collabora anche con artisti d’oltremanica.

Parliamo di come hai organizzato la tua carriera solista: dai singoli a questo disco ufficiale, com’è andata?
È nato tutto abbastanza spontaneamente. Dai primi singoli pubblicati, fino a che mi sono ritrovato con un sacco di pezzi inediti e ho deciso di fare una cernita e impacchettare il mio primo disco solista. Da quando ho scelto di dedicarmi completamente alla musica mi ci sono buttato a capofitto, al momento siamo al lavoro per la preparazione dei live e abbiamo già iniziato a scrivere il prossimo disco, siamo caldi.

 Hai avvertito difficoltà nel doverti proporre al pubblico da solista?
Sicuramente arrivando da una realtà di gruppo per me è stata una nuova sfida, cerco sempre di trasformare le difficoltà in limiti da oltrepassare. La mia fortuna è stata che, essendo già all’attivo da un po’ di tempo, ho la mia fanbase solida che non vedeva l’ora che pubblicassi qualcosa come solista.

Com’è nata la collaborazione con Costello’s?
Costello’s ci ha contattati dopo aver sentito i provini del disco tramite un amico di un amico. Mi sono piaciuti fin da subito perché hanno capito il mio viaggio, è stato amore a prima vista.

Da dove nasce questo viaggio del bianconiglio?
Il bianconiglio rappresenta per me la luce in fondo al tunnel di quel periodo nero in cui mi sono trovato quando ho scritto “Pezzi di Merio”. È la voglia di riscatto, la voglia di ribellarsi ad una vita che non mi piaceva e non mi apparteneva più. Mi piace anche pensare che ognuno attribuisca il “suo” significato personale alla figura del bianconiglio.

Vuoi o non vuoi, il confronto con l’altro Fratello Quintale qualcuno lo farà sempre. Accusi molto questa cosa?
Cosa dovrei accusare? È normale che ci sarà sempre un confronto tra noi due, abbiamo iniziato a fare musica insieme, siamo cresciuti insieme. I Fratelli Quintale mi hanno dato tanto, è da dove tutto è iniziato; ora è arrivato il momento di mettermi in gioco come solista.

Dove ti vedi da qui a cinque anni, artisticamente parlando?
Se avessi la palla di cristallo non la guarderei. Non mi aspetto mai nulla, di modo che tutto quello che arriva cerco di godermelo al 100%.

Risposta secca: le tre più grandi influenze che hai avuto nel fare questo disco.
Paura, testardaggine, bisogno.

 

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