Dom 2XL, un viaggio che parte da Vicenza per arrivare diretto negli States

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Le cose migliori sono quelle che si scoprono quasi per caso: un giorno il mio tatuatore mi dice “ma tu l’hai mai sentita la roba che fa il cugino di Nicolò?”. Nicolò è uno dei miei migliori amici, ma come sempre certe informazioni se le tiene per sé, invece di condividerle con chi potrebbe esserne interessato. Perciò incuriosita, sono andata ad ascoltarmi i beats di Pietro aka Dom 2XL e sono rimasta colpita: non mi sembrava affatto di ascoltare la roba di un ventenne, il gusto era troppo raffinato per uno la cui età me lo faceva immaginare più che altro in discoteca, ad ascoltare un gruppo trap qualsiasi. Altro aspetto sorprendente, mi sono subito resa conto che Dom produceva praticamente solo per artisti americani. Da allora sono passati un paio d’anni, e l’ho più o meno sempre seguito, intercettando tutte le sue uscite. A febbraio di quest’anno ha pubblicato un Ep con la rapper statunitense Domini Forelli – ad oggi uno dei suoi lavori a mio parere meglio riusciti – e ho deciso di contattarlo per fargli qualche domanda riguardo il suo percorso, in un viaggio che parte da Vicenza per arrivare diretto negli States.

Come è nato Dom 2XL?
Ho cominciato quasi per scherzo, avevo 17/18 anni e cercavo un modo per fare qualche soldo mentre andavo a scuola: così ho iniziato a fare beat su FL Studio. Ovviamente non è stato facile come inizialmente credevo, e non ho iniziato a guadagnare qualcosa fino all’anno seguente. Mi sono avvicinato alla produzione dopo aver visto dei video di sessioni in studio di producer come 9th Wonder, Hi Tek, Havoc e Sha Money XL, che tantissimi snobbano. Attualmente sono veramente preso con The Musalini e il tipo di vibe che ha, da cui prendo ispirazione per la maggior parte dei beat che faccio ora, specialmete per i progetti con Domini Forelli.

Se non sbaglio attualmente produci soprattutto per rapper americani. Cosa ha influito nella tua decisone di dirigere il tuo lavoro verso artisti statunitensi piuttosto che Italiani?
Dopo aver provato a lavorare con artisti italiani mi sono reso conto della differenza di approccio rispetto agli americani. Gli americani, spesso, la prendono più seriamente – passami il termine – e prendono molto in considerazione l’aspetto del business che c’è dietro. In parole povere, generalmente lavorano più velocemente e se c’è da fare qualche investimento per beat, features, shooting di video o altro, non si fanno troppi problemi a spendere. Mi rispecchio molto in questo, perché vedo la musica anche da questo punto di vista, oltre la passione.

Come sono nate le collaborazioni che attualmente hai all’attivo con artisti statunitensi?
Tutto è nato grazie a Playboy Payso, artista di New York che mi ha contattato su Instagram nel 2022. Dopo aver fatto tre mixtape con lui, mi ha introdotto a Willie Mays Blaze, che a sua volta mi ha introdotto a molti altri artisti, e questo è stato il punto di svolta diciamo. Ora ho due album in uscita con Willie, con feature di Party G the Humble, Izzy Hott, Fatboi Dash e Flames Dot Malik. A  fine 2023 sono andato a NYC per la prima volta a conoscerli, e ho capito che quella era il posto dove stare. Mi hanno fatto sentire subito uno dei loro, nonostante io sia più giovane e venga da un altro Paese.  Ormai Playboy e Willie posso ritenerli amici, tanto che la seconda volta che sono stato lì abbiamo preso un AirBnb a Manhattan insieme, e abbiamo registrato letteralmente giorno e notte, anche con altra gente. Ad un certo punto eravamo almeno in 10 in un mini appartamento.

New York è la città a cui credi di appartenere come artista? Hai mai pensato di trasferirti?
A New York percepisci che tutti stanno cercando di realizzare qualcosa e questo ti stimola molto, mentre qui in Italia a mio parere manca proprio questa mentalità del prendersi dei rischi o del cercare di realizzarsi in generale. A settembre quindi partirò e starò lì qualche mese grazie ad un’opportunità che mi si è presentata, restare è molto complicato, per il discorso dei visti, ma mai dire mai.

Negli Stati Uniti l’asticella immagino sia veramente alta: Quale credi sia la differenza tra te e altri produttori emergenti anche a parità di talento?
Penso che la differenza tra me e altri produttori sia la costanza, e l’approccio che ho in generale. Molti producer adesso – e l’ho fatto anche io all’inizio – puntano sul vendere type beats a poco prezzo, a più persone possibili, quindi senza sviluppare un proprio suono o personalità. Ci sono produttori anche molto bravi che rimangono sconosciuti per questo motivo. Quello che cerco di fare io invece è creare esclusività e valore lavorando solo con artisti che mi piacciono.

Che strumentazione preferisci usare per produrre e qual è il tuo momento preferito per farlo?
Per produrre uso una Maschine MK3, per mix/master delle tracce uso Logic Pro. In realtà lavoro in qualsiasi momento della giornata, chiaramente quando sono in ufficio non posso fare beat, ma appena ho un momento libero mi metto a cercare dei sample su Youtube da usare quando torno in studio, contatto artisti per organizzare feature o lavoro al sito che sto creando per il merch. C’è sempre qualcosa da fare. Per il resto, durante la settimana produco la sera, spesso fino a notte inoltrata. Diciamo che di chill c’è molto poco nella mia routine, non stacco mai mentalmente ma in questa fase non posso permettermi di prendermela con comodo, e onestamente adoro quello che faccio, quindi non mi pesa.

Ci sono degli artisti italiani che apprezzi in particolare modo e con la quale ti piacerebbe collaborare?
Tra le mie influenze italiane senza dubbio ci sono: In The Panchine e Club Dogo, che ho sempre visto un pò come la G-Unit italiana. Attualmente non conosco rapper adatti al tipo di beat che faccio io, ma ammetto di non essere molto ferrato riguardo la scena italiana, ma se dovesse presentarsi l’occasione giusta per una collas ci penserei sicuramente.

Come nasce invece la collabo con la rapper Domini Forelli e in che maniera The Musalini ha incrociato i vostri progetti?
Forelli è una rapper che ho conosciuto tre anni fa e dopo un singolo fatto insieme nel 2022, qualche mese fa ci siamo risentiti, abbiamo parlato e mi ha detto che voleva fare un EP un po’ RnB, e questa cosa è arrivata al momento giusto perché non vedevo l’ora di fare un progetto simile. Mi sono ispirato molto a quello che 9th Wonder sta facendo ultimamente: usa dei sample che hanno suono molto elegante, che rimandano a pezzi soul/funk anni 70 e 80. Musalini l’ho scoperto quasi per sbaglio. Mi usciva sempre sulla riproduzione casuale di Spotify ma l’ho sempre skippato, fino a quando un giorno è partita “No Complaints” e da lì sono andato in fissa con quel sound. L’anno scorso è diventato il mio artista N.1 su Spotify Wrapped, e ora, a Marzo uscirà un singolo di Domini Forelli con un  feat. di Musalini, prodotto da me. Lui ha già i suoi producer, ma spero che dopo questo singolo riusciremo a combinare qualcos’altro, credo di potergli offrire molto.

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