Devoti di sta roba che ci salva, il mixtape di Dee Jay Park dedicato a Deda

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La particolarità di Deda è stata proprio quella di far parlare di sé senza parlare troppo di sé
(anonimo)

Se dovessimo realizzare una mind map partendo da quello che è il disco iconico per eccellenza (e non lo nominerò in questa sede) dell’intero rap italiano e sviluppando relazioni attorno ai suoi protagonisti troveremo sicuramente una sorta di interruzione nei nodi, un vuoto, concettuale o meno, legato ad uno dei componenti del gruppo; perchè se Dj Gruff e Neffa negli anni successivi all’uscita di SxM (ecco, l’ho fatto, difficile esimermi) hanno continuato a intrattenerci con dischi fondamentali per la nostra crescita musicale e per i nostri viaggi mentali, la carriera solista di Andrea Visani, in arte Deda, non è mai decollata, anzi, non è mai ufficialmente partita. Naturalmente sto parlando di dischi rap, in buona sostanza di strofe lasciate in eredità ai posteri: il resto, anche se notevole, in questo momento non è rilevante per quello che vogliamo raccontare. Non è comunque nemmeno importante in questa sede ripensare a ciò che poteva essere e non è stato, la nostalgia, come più volte ribadito nelle interviste, non appartiene a Deda, “lui è per il futuro“. E se il futuro, o quello che è avvenuto dopo, non ci ha consegnato purtroppo un suo disco solista, rimangono comunque come patrimonio dell’umanità (la nostra) una trentina di strofe, registrate nell’arco di una decina di anni, dalla prima apparizione discografica datata 1991 su Stop War degli Isola Posse All Star (seminale crew di cui faceva parte) fino all’ultima contenuta nella traccia “Hardcore 2000” di Lu Servu de Diu di Gopher D.
Strofe che da oggi compongono un mixato ad opera di Dee Jay Park, che ha colmato questa sorta di lacuna (ed i nostri rimpianti) con un progetto dei suoi, che è il seguito ideale del mixtape dedicato all’album Neffa e i Messaggeri della Dopa, uscito il 14 maggio dell’anno scorso in occasione dei 23 anni della pubblicazione.

“Stavo ascoltando un mixato di Chris Read: lui è solito fare degli “Anniversary Mixtape” per dischi storici mixando le tracce del disco con i loro samples originali, remix, interviste/documentari e via dicendo. Ho pensato che sarebbe stato figo realizzare una cosa del genere per un disco italiano. La scelta più logica fu “Messaggeri della Dopa” per la quantità di materiale presente nell’orbita di quel disco. Il lavoro  riscosse un certo successo e quindi iniziai a pensare ad un sequel”

Ed anche senza l’ausilio di una mind map, la scelta è stata abbastanza ovvia, c’era solo da stabilire come realizzarlo…

“Da Neffa è logico passare poi a Deda ma in che veste? Come produttore non basterebbe un tape mentre come MC tanti ascoltatori ed appassionati di quel periodo storico hanno ancora quel rimpianto del “se avesse fatto un disco solista, chissà…” Ci sono delle giornate, infatti, in cui vorrei ascoltare solo strofe di Deda. E oggettivamente non lo puoi fare perchè sono sempre dei featuring in altri progetti collettivi, quando tu invece vorresti solo ascoltarti un flusso continuo di Chico MD, senza interruzioni.”

Ed ecco quindi Deda aka Chico MD Tribute Mix, omaggio, tributo, riconoscimento ad uno dei più grandi rapper che la cultura hip hop (nostrana) ci ha consegnato, nonché la fotografia di un’epoca straordinaria, una stagione felice fatta di condivisioni e suggestioni sia artistiche che umane, di jam genuine e spontaneità, tanta spontaneità: Deda aka Chico MD Tribute Mix racconta, immortala ed è soprattutto questo.

“Non esiste una ricetta o un criterio unico per strutturare un tape, soprattutto in questo mixato. Alcuni pezzi ne richiamano altri e allora la cosa vien da sé. Altre volte c’è proprio un flusso che si crea traccia dopo traccia, magari non te ne accorgi subito mentre lo assembli ma piano piano tutto prende posto e si crea la narrativa.”

Ah: se volete scaricarlo, seguite questo link.

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