Abbiamo mandato il nostro inviato speciale Profeta Matto a guardare, no edit, ricominciamo: Simone Balsano ha autonomamente scelto di vedere il film del momento e ce lo ha cavallerescamente raccontato, dal suo personalissimo punto di vista, caustico ed amaro nello stesso tempo. Analisi dettagliata e in certi tratti impietosa, ma non ci addentriamo nei particolari, vi lasciamo alla lettura.
Fateci sapere poi cosa ne pensate, se siete d’accordo con il nostro inviato d’eccezione.
Parte 1: “So you wanna be a gangsta…”
Straight outta compton il film, che dire? E’ cinematograficamente un buon film, siamo ben lontani dalla biopic stile “notorius”, che in questo senso era una mezza cagata. Anche perché Cube, mani in pasta in produzione, sa come si fa il cinema. Ok. Non è una agiografia come pensavo, buon segno. L’ atmosfera è fatta di luci ed ombre fino alla fine del film, tranne che sulla figura di dre, ma ci tornerò dopo. Purtroppo però, è un opera di vero e proprio revisionismo, come giustamente ha già detto qualcuno prima di me. E questo è il vero segno negativo di tutta la faccenda. Revisionismo sin dall’ inizio del film. Cerco di toccare i punti chiave, credo possa interessare un pò a tutti.
Lonzo è una figura di peso nell’ underground di LA degli 80, Non correva buon sangue tra lui e gli NWA. Dre era legato a lui anche contrattualmente, ma a quanto pare dalle dichiarazioni di Eazy era una sorta di ladro che passava le noccioline alla crew, che non ebbe nemmeno i soldi per tirar fuori di galera Dre nell’ 85, ai tempi della WCW Crew, di cui Lonzo era manager. Dre gli pagava a rate di 25 dollari a settimana una macchina di merda, giusto per far capire gli esordi ben poco epici della cosa. Eazy levò le castagna dal fuoco a lui in primis e capì il talento di Cube, pigliandolo con sé. Leggendo le vecchie interviste di Lonzo e dall’ idea che mi sono fatto, parliamo più che di un ladro di un personaggio che non riuscì a capire il fatto che l’ aria stava cambiando ed era ancora legato a una immagine degna dei parliament e a un sound stile Cameo. Non aveva fiuto, questo sì. Eazy glieli portò via, punto, ma siamo ben lontani dal cagacazzi che “non voleva avere problemi” del film. Ma ok.
Eazy era un piccolo genio degli affari. Il prodotto NWA era una brillante operazione di mercato in grado di offrire una possibile prospettiva del ghetto dal lato più duro, con una ampia teatralità di fondo, giochi di parole, capacità di intrattenere raccontando storie. Il pollice ingessato di Eazy, come scrisse Brian Cross, faceva parte di una mano con più di un dito a Hollywood, un altro nel nazionalismo nero e il mignolo che accarezza l’ asfalto di Compton. La brutale realtà, parere personale, era quella dei dischi di Ice T, molto più “noir” se non tragici e anche più smaliziati, partendo da “power” in poi. L’ estetica degli NWA accompagna tutto il film, scelta coerente. Ecco perché questa immagine di Eazy “tenerello” che emerge andando avanti nel film non si può vedere, uno dei motivi per cui la famiglia di Eazy s è incazzata, oltre al fatto che il ruolo sarebbe legittimamente spettato a Lil Eazy. Non credo che Eazy sia mai stato pestato o fatto pestare da Suge Knight, anche perché in tal caso avrebbe freddato o fatto freddare qualche scagnozzo dei suoi. La in mezzo ai vari “G” di una parte e dell’ altra l’ unico sfigatone era snoop, già lo fecero cagare sotto nel 92 con l accusa di omicidio, a quell epoca il G rap era guerra contro il sistema, snoop non era all altezza in questo senso. Ah parentesi: Snoop pare sia stato scoperto più da Suge che da Dre a differenza di come è mostrato nel film, e vederlo fare lo spavaldo di fronte a Suge onestamente fa ridere e di brutto. Quindi, a maggior ragione dipingere Eazy E come un ragazzo che si è fatto fregare dall’ ebreo Jerry Heller è una menzogna di fatto. Da quando è nato l’ hip hop, detto volgarmente, i neri hanno smesso di farselo mettere al culo dai bianchi come dai tempi dei bluesmen degli anni 30, che morivano in condizioni di miseria assoluta perché gli fottevano tutto. Andò avanti per parecchio, ma i rappers erano tutti decisamente svegli in media, per quello furono un PROBLEMA per l’ industria musicale, non solo per i contenuti dei dischi.
E qui vengo al famigerato Jerry Heller. Il manager in questione era un sionista a stretto contatto colla famigerata Lega di Difesa Ebraica, gruppo terrorista sionista di fama internazionale. Questo emerge nel film. Quello che non emerge, ed è gravissimo, è il fatto che Eazy E stesso sia stato tenuto in scacco per una vita dai terroristi in questione, confermato tre anni fa dall’ FBI. Altro che rappresentarlo come un “ingenuo” manipolabile, Eazy E era uno spacciatore con un fiuto degli affari pauroso. Gli NWA senza di lui non sarebbero mai esistiti, punto. Ma Heller era il tramite tra il terrorismo sionista e il “gruppo più pericoloso al mondo” che andava tenuto a bada ed è per questo che Cube mandò tutti affanculo, perché oltre alla questione economica sapeva che il livello di discussione non sarebbe mai potuto elevarsi come nel suo esordio del 90 rimanendo lì. E si legò alla Nation Of Islam anche per pararsi il culo probabilmente e fece benissimo intendiamoci. Ed ecco invece perché Eazy dovette dichiararsi “amico” di Theodore Briseno, uno dei poliziotti che pestarono Rodney King, ecco perché fu costretto a versare 2500 dollari per la campagna elettorale di Bush senior e che per questo fu invitato al party alla casa bianca, fu il primo rapper a metterci piede. Tutte cose che cozzarono fortemente con il supporto alla rivolta di LA mostrato dall ultima formazione del gruppo nel 92, a cavallo dell’ abbandono di Dre.
Dre è dipinto come il “bravo ragazzo” del gruppo, questo è stucchevole. A Dre prudevano le mani spesso e aveva parecchi carichi pendenti, seppure di piccolo conto. Carcere nell’ 85 ai tempi dei WCWC, fece un occhio nero a Dee Barnes, pestò Michel’le, un artista che non ha mai sfondato che portò via a Lonzo, anche perché abbandonò Dre dopo le legnate, se non sbaglio ebbe pure qualche episodio di violenza domestica. Il “tono medio” della Death Row di Suge Knight era compatibile al suo stile di vita, nel film è mostrato il contrario.Troppo comodo vendere una immagine riveduta e corretta a distanza di 20 anni. Sulla parte con Pac evito di fare commenti, “Hail Mary” è stata fatta negli ultimi mesi della vita di Pac, lì viene incisa nel 95 prima di “California Love”. Sì insomma, siamo in un mondo di fantasia in queste sequenze.
Oltre a ciò, Ren che fa tappezzeria per tutto il film è fuori luogo e Eazy è dipinto come un personaggio quasi “fragile”, non direi; malattia a parte. Peccato per averla a malapena accennata la rivolta di LA, meritava molto ma molto più spazio; ma credo che ci si sarebbe trovati in imbarazzo nel tirar fuori la posizione intrinsecamente contraddittoria della crew.
Tutto questo per dire che fa male vedere un buon prodotto come il seguente mostrare una realtà riveduta e corretta. Sarebbe ingiusto dare un giudizio negativo sul film, il mio augurio è che però si eviti di fare un film sulla death row come già paventato, se questi sono i presupposti lì senza dubbio assisteremmo ad una cacata pazzesca. E lì sì mi verrà la gastrite a guardarlo, probabilmente
Più che altro, un pò più di coraggio non tanto da parte di Cube che si è fatto rappresentare in modo decisamente onesto, ma da parte di Dre sarebbe stato preferibile. Per onestà intellettuale quantomeno. Forse qualche consulente in marketing gli ha detto che avrebbe venduto meno cuffie dicendo la verità, soprattutto a consumatrici donne, probabile.
Parte 2: “Nuthin but a G Thang”
Bisogna sciogliere innanzitutto un nodo fondamentale: si devono inizare a considerare gli NWA una macchina che ha basato il proprio successo sulla possibilità di fare scandalo nel “mondo dei bianchi” e per fare questo la comunicazione efficace è fondamentale. In una parola: bisogna far diventare il peggio della vita del ghetto una chance di intrattenimento. Lo ho scritto nella parte 1 questo. Se iniziamo a reputare gli NWA per ciò che erano veramente, del buon “rock n roll” proiettato nell’ universo di south central allora siamo sulla strada giusta; e quella roba faceva paura perché poteva piacere pure ai ragazzi bianchi, da lì il casino.
Detto ciò, il film segue la scia delle produzioni degli NWA. La grandezza effettiva di questi ragazzi di compton, storicamente parlando, non è loro. Non è di O Shea Jackson, di Eric Wright e Andre Young eccetera eccetera, nemmeno di Cube, Eazy e Dre eccetera, è di Straight Outta Compton, il disco. IL disco. Che è più grande di tutti loro messi insieme, da solo, ed è stato giusto chiamare il film col titolo dell’ album. Gli Nwa sono il singolo “Boyz in the Hood” e Straight Outta Compton, l’ album dell’ 86 è l’ antefatto, ciò che è stato fatto dopo non è stato altro che la ripetizione del disco dell’ 88, basta guardare i videoclip addirittura, è palese. “Niggaz4life” se l’ avesse fatto qualcun altro sarebbe stato un buon album, ma sarebbe rimasto lì, punto. Forse l’ esordio dei Compton’ s Most Wanted dell’ anno successivo è più interessante e decisamente più “real”.
Se teniamo conto di tutto questo allora siamo di fronte ad un buon film, perché l’ atmosfera del loro album è l’ unico vero “leit motiv” che tiene dignitosamente in piedi due ore e mezza di lungometraggio senza annoiare nessuno, tutt altro. Altra cosa: gli NWA non sarebbero potuti maturare artisticamente, pure se il gruppo non si fosse spaccato. Per via di Jerry Heller, perché la formula era talmente schematica ed efficace da essere pressoché invincibile, cavallo che vince non si cambia. Ma a Cube, che aveva altre esigenze, che oltre a fare la parte, ingiusta, della spalla di Eazy, la cosa andava stretta da subito. E lui è maturato umanamente e artisticamente, ha tirato fuori capolavori dopo, si è convertito all’ Islam, ha spostato il discorso su un asse decisamente più politico e scomodo, lo si vede anche nel film. Ma non era NWA. E anche Dre, dopo è diventato imprenditore di se stesso oltre alle produzioni. Si è evoluto in un altro modo.
Ecco perché, quindi, l’ ottica del film è pressoché “adolescenziale”, dall’ inizio alla fine. Ecco perché le registrazioni dei classici passano in secondo piano, anche i live a parte quello di Detroit, è girato come se fosse un film già visto questo, ma non è un errore; e sì, sono tutti delle comparse, forse anche gli NWA stessi. Quello che conta è l’ avventura, la scena dell’ hotel, Cube che manda a cagare Heller, i dissing…
Però mi sarei fermato al 92, allo scioglimento del gruppo, alla rivolta di LA. Lì finisce l’ adolescenza e Straight Outta Compton, la rivolta è lo spartiacque, la coscienza ritrovata dopo la fine delle lotte dei 60 e 70. L’ errore è stato andare oltre lasciando che la rivolta fosse abbozzata a malapena. Perché è stato DA LI’ che il gioco è cambiato completamente e si sono susseguiti una serie di eventi che hanno portato alla catastrofe che tutti conosciamo con la fine di Pac e Biggie.
Ed ecco perché la parte peggiore del film, senza dubbio pretesa da Dre, è quella della death row, falsa dall’ inizio alla fine, non regge. Mi auguro che non si azzardino davvero a fare un film sulla death row come già annunciato perché già so che sarebbe una cosa orribile. Perché se Suge Knight ha più colpe degli altri è altrettanto vero che lì dentro nessuno è innocente, nemmeno Dre. Perché tutti sanno che se Eazy stava suo malgrado coi sionisti, che se lo sono mangiato pezzo per pezzo e Cube coi musulmani neri, Suge era chiaramente legato alla mafia omaggiata costantemente nei dischi dei suoi artisti e che evidentemente, o per degli accordi saltati o per evitare di fare una brutta fine, Suge ha senza dubbio permesso che Tupac, che era un problema per tutti, sionisti, governo, CIA, FBI, metterei in mezzo la massoneria stessa viste le prese di posizione emerse dal disco postumo, fosse eliminato, scaricandoselo bellamente. Questa è la VERITA’ SULLA MORTE DI TUPAC che tutti conoscono e di cui nessuno parla. Se ci hanno messo tanto a farlo fuori è perché sapevano che sarebbe diventato un martire e i martiri sono sempre un problema. E Biggie fu ammazzato perché bisognava colpire anche il rapper più popolare della costa est, dall’ altra parte, a monito: “negri, non provateci mai più”. Ciò che rifiorì con la rivolta di LA del 92 morì nel 97. Punto. E l’ hip hop è stato “mumificato” sino al 2005, da lì in poi il degrado, da “The Massacre” in poi, la responsabilità è proprio di Dre. ma qui mi fermo, sto scivolando in considerazioni personali.
Concludo: finché è “straight outta compton” ci possiamo stare. Ma non andiamo oltre. Per decoro, per rispetto di chi ci ha rimesso la pelle per ciò che è stato. E finché si fa un film di intrattenimento sugli NWA va più che bene, le tragedie sono arrivate dopo di loro.