Mercoledì 09 settembre: il direttorio politico composto da GrandMaster OS, Commander F e Piombo Kaufmann rivendica ogni azione presente e futura del collettivo ormai noto come Oligarchia.
La cellula meridionale degli oligarchici, oltre ad avere rilasciato il sopracitato documento sonoro, ha inoltre editato e reso disponibile online un video proveniente dagli archivi del popolo.
I canali di diffusione scelti, seppur capitalistici oltre ogni limite, rispondono alle esigenze del gruppo, il quale mira alla massima diffusione del messaggio, finora depistato dai noti gerarchi dell’attuale sistema di potere politico-musicale. Tra essi i più autorevoli esponenti sono coloro i quali puntualmente espongono le loro facce sui mezzi di comunicazione di massa a ogni ora del giorno, per tutti i giorni dell’anno. Sia chiaro quindi che con l’uscita del video de Il Tramvai il direttorio non intende “chiudere la partita” né tantomeno sbandierare un simbolo, ma sviluppare una parola d’ordine. Intenzione è mobilitare la più vasta e unitaria iniziativa artistico-collettiva per l’ulteriore crescita del movimento. Il lancio del visual coincide con la piena fruibilità del progetto Oligarchia secondo la dottrina del libero scaricaggio di materiale dalla Grande Rete.
Di fronte ad una presa di posizione così forte, da buon nostalgici non potevamo rimanere insensibili, ed abbiamo posto qualche domanda ai protagonisti:
Siamo in ritardo, e ne siamo coscienti, ma perché “Oligarchia”?
FFiume. Il disco nasce con l’idea di una tipica giornata osakiana, infiltrata nel mondo occidentale per portare scompiglio e messaggi controcorrente. Osaka è un rapper calabrese non proprio giovine, un rapper che fa il rap e si infogna coi rap, roba tipo cappuccio sempre su e non parlate assai. L’attitudine meno in voga, insomma. Perfetto per delle basi che se ne fottono dei trend. Un progetto liberatorio per entrambi, rime e beats, se ti piace bene sennò bene. Siamo partiti io e lui, sul finale per il coordinamento oligarchico si è aggiunto Spreco. Ah, calcola che io e Osaka non ci vediamo dal 2005, tipo…progetto liquido, in tutti i sensi. Da dopo essere uscito con il suo featuring sull’album “Oreeore” ho iniziato ad invitarlo a scrivere di più, gli ho inviato dei beats, lui ha iniziato a rispondere con una velocità ed una qualità disarmante, il sogno di ogni producer: un emcee che fa il suo sul tuo beat e tu dopo 24 ore (a volte anche meno) hai il provino. Robe anche imperfette, ma ci piace così.
Osaka. All’interno dell’industria musicale sono in pochi al comando. Si tratta dei “pochi giusti”? Ma depistiamo una attimo il messaggio: diciamo che io debba fare musica per quei pochi sintonizzati sulle frequenze che condivido. Che presa di posizione dovrei avere nei loro confronti? Oligarchia.
Puoi farci un breve excursus delle tracce del disco?
F. “Oligarchia” è Spreco, un giovane della scuola di Locri, per chi non lo sapesse, che dà la paga ad un sacco di gente con le basi…setta il mood per tutto il resto…
“Polline & Piombo” è il piede destro giù dal letto, una riflessione paradigmatica sul fatto che il mondo gira e noi con lui, e per quanto siamo a giro da un pò vogliamo continuare a starci, e sempre meglio. Un parallelo tra la vita di tutti i giorni e la nostra musica, cogli i nessi e ci sei. Il beat è semplice e ipnotico, come ci piace, Osaka aveva queste rime e…magia…
“Mezze Punte” te lo devo spiegare? Credo, senza pudori falsi e pose varie, di avere regalato il mio rap più fresh e tagliente da un pò di tempo in qua, sono soddisfattissimo di quel pezzo. Mi addiziono all’umorismo osakiano senza tempo. Il ragazzo ne ha da dare a pacchi. L’idea è sua, sai, una di quelle storie che succedono quando non hai tanta voglia di star dietro a pippe sterili e persone che ti asciugano, e via così. Fanculo il buonismo.
“Il Tram” è nato dal fatto che Osaka, appena ricevuto il beat, ha detto “Cazzo, che beat! Questo è proprio il biglietto del tram!” e io “Cazzo, perché no?! Uno storytelling sul tram, tu passeggero io alla guida, storie nelle storie”. Ovviamente Osaka intendeva altro, io invece no, e così è stato. Oligarchia con punte di dittatura, ecco.
“Il Jazz del Rientro”: capita a tutti di tornare a casa la sera dal lavoro e avere la testa nel panico, o siete impegnati a fare bamba e puttane a Copacabana? Blue collar rap, un beat fichissimo ed un rap genuino al mille per mille. Ad avercene, di ‘sta roba. E non perché l’ho prodotto io.
“Spritz’n’Chips”, i sogni di gloria di un rapper solitario e demodé. Prima fai il rientro, poi si riesce…Il beat originale è quello della versione “Unplugged”, poi però eravamo in studio da Spreco insieme e non eravamo convinti del beat, nell’insieme, ci siamo messi a spippolare dei samples e…voilà…
### è sempre Spreco, e direi che fa brutto, come il suo rmx del “Il Tram”…
O. Le tracce dovevano rappresentare tante cose all’inizio, poi il progetto è mutato man mano che prendeva forma. “Polline e piombo” è un semplice flusso di coscienza con un analisi di fondo della mia carriera. Rappresenta il momento in cui ognuno di noi storicizza il proprio Io. “Tramvai” e “Appuntamento” sono due momenti della giornata raccontati in modo semplice ma con la volontà di voler suonare a tutti i costi in un determinato modo. “Il Jazz del rientro” e “Spretzandchips” sono rispettivamente il biglietto di ritorno e l’appendice. Il primo è uno storytelling in cui racconto lo stress serale metropolitano e la solitudine. Nel secondo ho cercato di usare una metrica piena e continua per rendere un certo senso di spostamento, quando tutti sappiamo in realtà che stiamo rimanendo fermi in attesa dell’ultimo cicchetto.
A distanza di alcuni mesi dall’uscita, e “cristallizzato” il momento, tiriamo un po’ le somme. Come è andato, siete soddisfatti del riscontro?
F. E’ andata benissimo. Nessun riscontro a parte il nostro e quello di pochi fidati ha veramente valore. E non è farsi le seghe. Se la roba piace a me, ti assicuro che piace a tutti. Il messaggio è depistante per il depistatore, non c’è ricchi premi e cotillons per nessuno. Ma non ci sono problemi in tal senso, anzi. Veniamo dall’era preinternet e i nostri riscontri li abbiamo da un pezzo. Non siamo mai soddisfatti a pieno della nostra musica, per nostra natura non lo siamo mai stati, il momento migliore è il prossimo, e speriamo di dare altri messaggi depistanti ed oligarchici molto presto. O di amplificare quelli già lanciati. So per certo che ci sono nuovi video in lavorazione. Tanto, ormai la vedete la musica, non l’ascoltate… E posso aggiungere che recentemente una riunione esecutiva della duma ha decretato e rifinito un numero sconcertante di basi nuove. Ma non ditelo ad Osaka.
O. A livello di scrittura ci sono ancora che potrei ancora sviluppare, come tematiche invece mi interesserebbe approfondire alcune tematiche che ho approcciato. I feedback sono stati buoni. Sarebbe stato meglio raggiungere più persone ma i numeri attualmente sono questi. Purtroppo per come vivo io, mi è stato impossibile suonarlo in giro, e me ne dispiaccio.
Restando in tema, se oggi “potessimo” scegliere da chi farci governare, un nome rappresentativo dell’hip hop utile allo scopo?
F. Facile. Osaka presidente del Consiglio, O.P. al Senato, Mastino alla Camera e decisamente Trix al Quirinale. Devo sistemare pure J Vas in qualche modo, ma non saprei… ai Beni Culturali?
O. FFiume for president. A livello mondiale non vedo un artista chiave in grado di dettare un’agenda politica egemonica. Se volete saperlo ultimamente sto ascoltando il rap di Bishop Nerhu, di Illa Ghee (si, proprio lui), Homeboy Sandman (me lo ha passato FFiume).
“Di musica si parla poco, si parla di più di quello che sta attorno”: se non è depistaggio questo…
F. Infatti nel nostro caso intorno non c’è niente, quindi non parlatene…depistate il messaggio.
O. Di musica si parla poco e se ci rifletto mi rendo conto che non è un male, in quanto la musica si fa o si ascolta. Per quel che riguarda ciò che le sta attorno penso che serva a fare soldi. Il Capitale funziona così. Mi dà fastidio sia nella musica che in altre cose.