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Writing

Capo, writing in prima linea

8 anni fa

“Scrivo il mio nome sul muro. Il mio stile prende spunto dal mio carattere e dagli stimoli quotidiani. Per me questo è il mezzo per mostrare ciò che sono e per eleborare…

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Siruan: Brividi

10 anni fa

Mercoledì 30 marzo è il giorno: in questa data sarà fuori il debut album di Siruan, dal titolo “Brividi“. Ad anticiparlo, un singolo che cavalca l’onda e ci racconta le contraddizioni di…

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Scrivere qualcosa su Futura 2000 (dopo il 2000 solo Futura, come era logico che fosse) è una impresa abbastanza ostica, perchè probabilmente…

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Adesivo promozionale realizzato in occasione del p Adesivo promozionale realizzato in occasione del primo disco in studio degli OneMic, "Sotto la cintura", uscito il primo gennaio del 2005 per La Suite Records. Rayden, Raige ed Ensi, conosciuti per le loro eccezionali doti in freestyle e dopo un cd promo distribuito gratuitamente che fa elevare il nome del gruppo a vero culto underground, convogliano le loro forze in un disco ufficiale, e fin dalla prima traccia è un susseguirsi di similitudini, punchline, barre che più di una volta lasciano sorpresi e meravigliati. Un classico flow da battaglia al quale ci avevano già abituato, coadiuvato da beats davvero potenti, sui quali la fa da padrone Rubo, probabilmente in uno stato di forma eccelso. Ovviamente, in questo disco non troveremo né varietà né originalità di temi (fotta e amore per la cultura, orgoglio, autocelebrazione sono ampiamente presenti, ma ben altre tematiche saranno oggetto dei dischi a venire), ma è pur sempre un disco fatto da tre ventenni, e se lo confrontiamo con i dischi fatti dai ventenni oggi il distacco è inclemente...
"siamo accorsi perché fate gli ignoranti come "Le fate ignoranti" di Stefano Accorsi"
#bboy #breaking #writing #bgirl #graffiti #rap #moodmagazine #magazine #urbanart #painting #style #writers #streetart #undergroundhiphop #hiphop #onemic @raiden@raigeofficial @lasuiterecords @therealensi 
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Hip Hop in American Cinema è un libro molto util Hip Hop in American Cinema è un libro molto utile per chi volesse approfondire il rapporto esistente fra Hollywood (ed il cinema in generale) e l'hip hop. E come la stessa materia abbia sfruttato economicamente la proficua connessione tra rapper, colonne sonore e pubblico di massa, un matrimonio che ha apparentemente assorbito l'hip hop come parte di una famelica ingestione del panorama della cultura popolare. C'è stato un periodo in cui sembrasse che i film di Hollywood fossero scelti sulla base di un cast con almeno un rapper presente tra gli attori, o una colonna sonora che attingesse a piene mani dal rap. Così come i prodotti, dalle scarpe da ginnastica alle bevande analcoliche, erano commercializzati dalle star dell'hip hop.
Pubblicato nel 2007, quindi non necessariamente aggiornato, Hip Hop in American Cinema offre comunque una visione d'insieme di quello che è successo fino ad allora e rappresenta comunque ancora oggi uno studio pionieristico sul matrimonio di hip hop/cinema, considerando attentamente gli aspetti culturali, politici e commerciali di questo fenomeno musicale importante e spesso controverso dagli anni '80 ad oggi.
Melvin Donalson, scrittore di narrativa e saggista, noto studioso del cinema americano, esamina dozzine di film, gettando un occhio comprensivo ma critico sulla musica e sui suoi messaggi. Non possono quindi mancare, ad esempio, i pluricelebrati Wild Style (1982), Flashdance (1983), Beat Street (1984), Breakin’ (1984), ed anche film meno riusciti come Body Rock, con protagonista un poco credibile Lorenzo Lamas. O 8 Mile del 2002, che ha contribuito (e non poco) alla rinascita del rap qui in Italia e all'accettazione mainstream di questa cultura. Ma l'elenco è lungo, e troverete anche qualche chicca che non avete avuto modo di vedere. Ancora in vendita su Amazon, o su qualche sito tipo Ebay.
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Ordina una copia del nuovo numero di Moodmagazine, Ordina una copia del nuovo numero di Moodmagazine, lo trovi nella sezione shop, link in bio!  Dentro ci trovate The Next One | Murubutu | Metal Carter | Litothekid | Pazi + Rain | Varitech | Dj Fede | Resilienza Records | Fiamma Rocka | Sir2 and more
Contributi fra gli altri di Damir Ivic, Federico Savini, Francesco Farabegoli, Antonio Solinas, Riccardo Primavera.
cover di Matteo Zanatta / logo di Luca Barcellona
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Sul sito di Moodmagazine troverete l’intervista Sul sito di Moodmagazine troverete l’intervista a Deiv, il primo artista presentato della label LEBONSKI 360° guidata da Salmo. Check it! #bboy #breaking #writing #bgirl #graffiti #rap #moodmagazine #magazine #urbanart #painting #style #writers #streetart #undergroundhiphop #hiphop
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Sul sito rinnovato di Moodmagazine intervista a Pr Sul sito rinnovato di Moodmagazine intervista a Prhome, si parla dei suoi progetti attuali con una parentesi ovviamente sul futuro è su quello che ci aspetta. check it! #bboy #breaking #writing #bgirl #graffiti #rap #moodmagazine #magazine #urbanart #painting #style #writers #streetart #undergroundhiphop #hiphop
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Hip Hop in American Cinema è un libro molto util Hip Hop in American Cinema è un libro molto utile per chi volesse approfondire il rapporto esistente fra Hollywood (ed il cinema in generale) e l'hip hop. E come la stessa materia abbia sfruttato economicamente la proficua connessione tra rapper, colonne sonore e pubblico di massa, un matrimonio che ha apparentemente assorbito l'hip hop come parte di una famelica ingestione del panorama della cultura popolare. C'è stato un periodo in cui sembrasse che i film di Hollywood fossero scelti sulla base di un cast con almeno un rapper presente tra gli attori, o una colonna sonora che attingesse a piene mani dal rap. Così come i prodotti, dalle scarpe da ginnastica alle bevande analcoliche, erano commercializzati dalle star dell'hip hop.
Pubblicato nel 2007, quindi non necessariamente aggiornato, Hip Hop in American Cinema offre comunque una visione d'insieme di quello che è successo fino ad allora e rappresenta comunque ancora oggi uno studio pionieristico sul matrimonio di hip hop/cinema, considerando attentamente gli aspetti culturali, politici e commerciali di questo fenomeno musicale importante e spesso controverso dagli anni '80 ad oggi.
Melvin Donalson, scrittore di narrativa e saggista, noto studioso del cinema americano, esamina dozzine di film, gettando un occhio comprensivo ma critico sulla musica e sui suoi messaggi. Non possono quindi mancare, ad esempio, i pluricelebrati Wild Style (1982), Flashdance (1983), Beat Street (1984), Breakin’ (1984), ed anche film meno riusciti come Body Rock, con protagonista un poco credibile Lorenzo Lamas. O 8 Mile del 2002, che ha contribuito (e non poco) alla rinascita del rap qui in Italia e all'accettazione mainstream di questa cultura. Ma l'elenco è lungo, e troverete anche qualche chicca che non avete avuto modo di vedere. Ancora in vendita su Amazon, o su qualche sito tipo Ebay.
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