Young Signorino e la grande truffa del rap (non trap!) italiano

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Era il famigerato 1977 e un genio del marketing con ambizioni più o meno artistiche di nome Malcolm Mc Laren raggruppa dei ragazzi più o meno sbandati e mette su il primo gruppo punk della storia. Senza stare a scavare ulteriormente, non mi interessa stabilire quale sia la versione giusta della storia, questa storia nasce e ha luogo in Inghilterra, ma crea proseliti in tutto il mondo e in Italia, nella arretrata italietta, riesce ad attecchire comunque trovando terreno fertile in quegli spazi che all’ epoca erano definiti “extraparlamentari”… Ovviamente sto semplificando perché a noi interessa parlare del contemporaneo e questa è solo una introduzione, ma soprattutto ci sono molti b – boys che in Italia, di punk, ne sanno anche molto più di me.

LA TRAP E’ IL NUOVO PUNK?

Mi sono già espresso su questo tema e la mia risposta è stata negativa. Ma con riserva. Se in america la Trap è derivativa rispetto a certe tendenze della Crunk music, che già fu sottogenere, e di certo rap sudista, quindi totalmente aliena dal punk, qui in Italia a sorpresa è spuntato Young Signorino, il più bistrattato del momento. Escludo i vari Sfera e Basta e compagnia bella, che tanto devono al modello americano, dietro Young Signorino c’ è qualcosa di altro, oserei dire qualcosa di più. Se i testi sono al limite dello squlibrio, nel video più condiviso e più bistrattato del giovane artista ci sono elementi estetici che più che dall’ hip hop o dalla Trap derivano dal post punk e dal post post modern… dalle immagini allo stile, al testo, il sound è elettronico e oserei definirlo addirittura di qualità… Forse non ci si ricorda bene dello stile di Ivan Cattaneo, ad esempio della sua “Zebra A Pois”, che sì era una cover, ma trionfo di nonsense decadente. Invece il tanto bistrattato pezzo su beat di Big Fish ha nella sua ricerca di eccesso provocatorio tanto della giovane Jo Squillo di “Violentami”, per dire. Stessa attitudine, con i dovuti 35 e passa anni di distanza ovviamente. Ma teoricamente si tratta di due generi musicali profondamente diversi; dovremmo interrogarci sulla matrice non della Trap, ma addirittura del rap in Italia a questo punto.

QUESTA STORIA NON E’ INIZIATA ORA

Ho letto strali di feroce indignazione la scorsa settimana sui social contro Young Signorino. Io non sono certo un fan, ma cerco di essere obiettivo, non è questa la sede per stabilire se il suo prodotto sia studiato a tavolino da terzi o sia farina del suo sacco, sarebbe poco rilevante e rientrerebbe comunque nella storia della grande truffa del… Punk? O Rap, in italiano? In realtà l’ approccio punk ha sempre serpeggiato all’ interno del mondo hip hop italiano, dai tempi dei Sangue Misto con Neffa ex batterista dei Negazione, ma anche nella sua attitudine da “loser” antisistema, lontana anni luce dal bisogno di rivalsa da borgata e da “projects” fatto di oro, belle macchine e belle donne. Non nego tuttavia che in america tutto il rap bianco, dai Beastie Boys in poi, abbia mantenuto una attitudine Punk da sempre, anche quel Rick Rubin che ha reso grande l’ hip hop con Russell Simmons era un dj che passava Punk e Rock da ragazzo. Quindi non ci sarebbe niente di strano o di sbagliato in questo Rap con attitudine Punk in Italia… Per certi versi Young Signorino deriva dalla famigerata DPG e siamo sempre in ambito Trap, ma se dobbiamo trovare un qualcosa da cui deriva la DPG come attitudine si torna al Rap con In The Panchine, la crew di Chicoria. Prima ancora il Truceklan. Parlando del Truce parliamo di una crew che ha dato lustro al rap romano in tutti i sensi e sarebbe profondamente ingiusto trovare delle “responsabilità” in loro o nella crew del Chico per quello che è arrivato dopo. Ma l’ attitudine, l’ approccio, il nichilismo autodistruttivo di fondo, quella roba è un filo diretto e deriva dal Punk, è un qualcosa che se ha fatto parte della “strada” per dirla tutta lo ha fatto nella Inghilterra furba e garantista, che ha preferito dare spazio a una cultura ibrida in grado di avvicinare certa borghesia al proletariato sotto la bandiera del “disagio” e studiata a tavolino dai Malcolm Mc Laren della situazione dal giorno uno anziché tenere ai margini anche culturalmente quel ghetto che poi è esploso con le sue sole forze con l’ hip hop in america, portatore per parecchi anni di una spaventosa vendetta culturale dai bassifondi più che dal basso, forse più ad Ovest che ad Est, prima di diventare anche esso l’ ennesimo ingranaggio del pensiero unico

E ADESSO?

Quindi Young Signorino non nasce per caso. Se la Trap è una moda non lo è questa attitudine Punk che è ormai parte del DNA dell’ hip hop italiano e che si può avvertire anche in Young Signorino, che anzi è addirittura più vicino ad una deriva post post modern, la deriva culturale “sciccosa” come si diceva un tempo del post punk nella prima metà degli anni 80. Il problema non è Young Signorino e se lui passerà ce ne sarà un altro uguale e ancora, e ancora… Se ci sarà un passo indietro a livello musicale e si tornerà all’ hip hop passando dalla Trap potremmo godere di una miglioria qualitativa, quello che però non capisco è un certo “moralismo” verso i testi di Young Signorino da parte di ascoltatori che, magari, sono o sono stati fan del Truce. Si invecchia o si diventa ipocriti? O tutte e due le cose? Fermo restando che questo per me è un male a prescindere, specie in un movimento da sempre sopra le righe dove ci si espone e ci si mette la faccia.

Personalmente, la mia critica è un altra, ma risale a 15 20 anni fa addirittura ed è rimasta sempre la stessa: possibile che il rap ieri in Italia, e ancora oggi la Trap, sia tutto così maledettamente borghese? Ma in una era dove i ragazzi del centro e della periferia vestono allo stesso modo e ascoltano la stessa musica non puoi aspettarti nulla di differente.

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