“Redenzione”, l’album di esordio di Low Low

tempo di lettura 1 minuto

Anticipato sul web da 12 milioni di views per il primo singolo “Ulisse”, esce Redenzione, l’album d’esordio del giovane, talentuoso e dissacrante lowlow, il primo rapper a entrare nel roster Sugar. Romano, classe 1993, vero nome Giulio Elia Sabatello, lowlow è cresciuto con i miti di Eminem e Muhammad Alì e ha esordito a soli 13 anni sulla scena romana distinguendosi nelle gare di freestyle con quelle che ancora oggi sono le sue caratteristiche principali: un flow fuori dal comune, testi forti e mai banali, immagini cinematografiche e d’enorme impatto emotivo.
Redenzione è un album che arriva dopo i successi di lowlow con Honiro Label e la partecipazione, insieme a tutti i pesi massimi della scena italiana, alla colonna sonora del film “Zeta” di Cosimo Alemà, con il pezzo “La solitudine del numero 1”. In Redenzione, grazie alle produzioni musicali firmate da Fausto Cogliati, rispetto a questa prima parte della sua carriera, c’è un netto salto di qualità nella scrittura: lowlow parla alla sua generazione, a cui dà voce, ma si fa capire bene anche dai più grandi, caratteristica non così scontato per un rapper. lowlow porta il linguaggio del rap su un altro livello in cui la schiettezza non si affida semplicemente al gergo ma rimpasta riferimenti “alti” e “bassi” di un bagaglio culturale composito come può esserlo quello di un ragazzo cresciuto negli anni duemila. Così Shakespeare, Dante o Italo Calvino si ritrovano in storytelling animati da malessere e desideri della Generazione Y, tra selfie ritoccati, pastiglie, Xanax, tentativi di suicidio o rapine, ma anche vizi, sballi, modelli “swag” e citazioni di Rick Owens.

Previous Story

Kento & The Voodoo Brothers – Ribelle

Next Story

Millelemmi: Italodelicastrofunk