Mentre l’altro ieri inaugurava la contestata mostra della street art a Bologna, quella per cui il writer Blu ha cancellato tutte le sue opere in città, in un altro contesto procedeva una sorta di contro-evento: protagonista una fabbrica dismessa di via Stalingrado (l’ex Zincaturificio) dove writer italiani e internazionali ((fra cui spiccano i nomi di 5074, Animelle, Carlos Atoche, Casciu, Collectivo fx, Dada, Dirlo, Dissenso cognitivo, Ente, Fuori Luogo, Hazki, Huang, Hopnn, Leo Borri, Nada, Nemo’s. Pupa, Sharko, Snem, Standard, Valda, Zolta) sta dipingendo da 20 giorni le pareti, rispondendo alla chiamata dell’associazione Serendippo per il progetto R.u.s.c.o. (recupero urbano spazi comuni. “Rusco”, in bolognese, vuol dire spazzatura). Sedicimila metri quadrati dipinti, “destinati ad avere vita finita così com’è nella natura stessa di questa forma d’arte“. L’ex sede dello Zincaturificio Bolognese (via Stalingrado 63-65.5), destinata ad una prossima demolizione, sta diventando uno dei più grandi “musei di street art” mai realizzato. Purtroppo per questioni di sicurezza non sarà possibile consentire il libero accesso al pubblico, ma grazie alla collaborazione di Humareels i muri saranno visibili in un spazio virtuale.
Il progetto di riconversione temporanea dell’ex Zincaturificio si pone l’obiettivo di realizzare un luogo capace di suscitare incontri artistici e culturali liberi in uno spazio ora degradato; e permetterà di apprezzare l’arte in strada non snaturata, riflettere sul modo in cui questa forma artistica si presenta, esserne parte immergendosi in figure e colori, vederla pulsare e mutare settimana dopo settimana perché gli artisti continueranno a lavorare fino ad esaurimento muri.
Ecco di seguito alcune fotodella mostra, un grazie all’Associazione Serendipippo