“DIRTY DANCING” – The Classic Story On Stage al Teatro Nazionale Barclays – Milano

tempo di lettura 1 minuto

DIRTYDANCING_TEATRONAZIONALE_3

Parliamo di ballo, di recitazione, di canto e di musica … insomma delle 4 arti dello spettacolo coese su un unico palco per l’esclusiva anteprima dell omonimo successo cinematografico “Dirty Dancing – The Classic Story On Stage”: una tra le più note e affascinanti storie d’amore su pellicola risalente a circa 27 anni fa.

L’opera cinematografica ha preso vita in questo ottobre fino al 28 Dicembre nell’elegantissimo Barclays Teatro Nazionale, unico teatro in Italia in grado di ospitare questo allestimento così particolare.

DIRTYDANCING_TEATRONAZIONALE_4

 

L’ innovazione tecnologica gioca una carta importante in questo spettacolo, anche se introdotta con discrezione visto che il copione ci rimanda agli splendori americani di fine millennio; il palco è dinamico grazie all ausilio di tapis roulant che, ruotando fanno apparire e svanire oggetti e personaggi a seconda dell’occorrenza; simulando persino lunghe passeggiate su tratti tecnicamente brevi.

Per rafforzare maggiormente le ambientazioni, che la pellicola garantisce mentre il teatro lascia all’immaginazione, ricorre l’idea, semplice e perciò geniale, di proiettare ambientazioni complesse (come la struttura alberghiera, il ponticello nel bosco, ma soprattutto la scena della “presa” nell’acqua) su pannelli creando livelli fisici e visivi sovrapposti.

DIRTYDANCING_TEATRONAZIONALE_6

I successi, che compongono la colonna sonora, sono suonati dal vivo da un’orchestra sollevata da terra come nei migliori club di quegli anni, impegnati in hit come “Cry to me” di Solomon Burke,“Hey! Baby” di Bruce Channel, “These Arms of mine” di Otis Redding ed altre firmate da grandi nomi come The Chantels, The Drifters, Marvin Gaye, Lesley Gore, Mickey & Sylvia, The Surfaris (…).
Oltre al canto e alla danza, le qualità fisiche dei personaggi mandano in fibrillazione il pubblico femminile, soprattutto nel protagonista Gabrio Gentilini, colui che ci fa pensare che Patrick Swayze fosse moro: un adone statuario, fedele al fascino del personaggio perchè in egual modo arrogante e irriverente. Anche Sara Santostasi in arte Baby, piccola e morbida, sembra rispecchiare il personaggio inesperto e impacciato, tanto che nell’esitazione della presa finale ci chiediamo se fa parte del ruolo o se frutto di un errore reale…

 

gabrio gentilini

Un intrattenimento artistico a 360°, capace di trascinarci in un sogno che prende forma e diventa realtà… Realtà nella quale, noi spettatori, siamo immersi con sorrisi stampati. Sorrisi garantiti dalla volontà dei “già noti produttori” di “Sugar – A qualcuno piace caldo” e Bananas srl (Zelig) mentre la supervisione artistica per l’Italia è affidata a Federico Bellone. Abili e consapevoli del risultato quando, nei cambi di scena, smorzano gli applausi con continuità della trama.

Le luci si spengono sulle note di I’ve Had – The Time of My Life, la magica hit che risveglia a molti l’idea stereotipata di un sogno romantico, un amore unico… degno di un film. E ora anche di un teatro!

 

Miraldi Maria Luisa aka mami.
Scrittrice e Creativa.

Previous Story

Zesta, il secondo capitolo di “Beatmakers Alliance”

Next Story

“Fuori controllo”, il nuovo ep di Debbit tra Mtv Spit e il debut album