Necro: il reportage

tempo di lettura 1 minuto

A cura di Alessio Adria Pitoni
Foto di Raffaele Zeng Cotadamo

Il 10 Dicembre 2010 al Voodoo Arci Club di San Giuseppe di Comacchio (Ferrara) si è svolto un evento unico nel 2010 per l’Italia. Unica tappa nazionale per il tuor europeo di Necro (Psycho Logical Records), fuori con l’album “Die!”, già esaurito. Ad aprire la serata Sistema Nervoso Click, Lato Oscuro Della Costa e KC.

Nonostante l’afflusso non entusiasmante di persone lo show di Necro e Mr. Hyde si è svolto come da programma intorno all’una di notte, scatenando il finimondo sotto il palco. Lo spettacolo incomincia con Necro che dal camerino fa sentire la sua voce e invita la gente a urlare per lui… e quando il fomento raggiunge il suo vertice comincia il massacro con una fulminante “Viva Necro” dall’album “Die!”.

I presenti si raggruppano sotto il palco urlando, saltando e alzando le mani mentre Necro, spalleggiato da Mr. Hyde, rima a mitraglia senza sbagliare un colpo, risultando una perfetta macchina da rap al limite dell’essere umano. Seguono vecchie glorie di “Gory Days”, “The Pre-Fix for Death” e “The Sexorcist”, ma sono i pezzi di “Death Rap” a scatenare più movimento e l’apice della serata si raggiunge con “Creeply Craw” e “Belligerent Gangsters” che scatenano un pogo furioso da concerto Heavy Metal per poi chiudere lo showcase con una toccante “No Remorse”.

La vera particolarità dello spettacolo di Necro e Hyde è la totale interazione con il pubblico presente, dove il rapper di Brooklyn e la sua spalla tra un pezzo e l’altro conversano senza troppi problemi con una o più persone del pubblico, e anche durante i brani danno il cinque e passano il microfono a chiunque sia giustamente infottato. Non capita tutti giorni che l’artista principale della serata guardi tutti dritti negli occhi e si rivolga costantemente a loro.

Mr. Hyde esegue brillantemente due o tre strofe e uno splendido siparietto con Necro ci illustra le sue origini palermitane! Tra “Baffanculo” e “Testa di minchia” anche l’ironia ha spazio tra i massacri descritti nei pezzi, e posso asserire che fino ad oggi è stato uno dei concerti più belli cui ho potuto assistere in vita mia.

L’unico rammarico, al di là della scarsa affluenza, è stato lo snobismo pressoché totale da parte dell’artista di alcuni nuovi pezzi bomba di “Die!” come “Sorcerer Of Death’s Construction” che erano attesi…  perdonato però dalla splendida esecuzione di brani classici come “Your Fucking Head Split”. Speriamo che il “King del Death Rap” non sia rimasto deluso… ci si augura di riavere tale spettacolo in Italia anche nel 2011. “Die!”

Previous Story

T.A.R.M. – Primitivi del Dub

Next Story

Blackjeekous: lo street album