Leman Sharque – “Apokalypse Tape”

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Un’adolescenza passata in Svizzera, a Ginevra. Figlio di immigrati, Pasquale Alemanno ha trascorso 15 anni nel capoluogo dell’omonimo cantone francofono. Il ritorno in Penisola l’ha portato ad abitare in un paesino in provincia di Lecce: qui i suoi primi contatti col mondo hip hop italiano. Leman Sharque, questo il nome d’arte dell’italo-svizzero, concentra i suoi sforzi nella pubblicazione del suo primo lavoro ufficiale, “Apokalypse Tape Vol. 1”, fuori per Sud Est Records, l’indie salentina di Aban. Il suono caratterizzante l’etichetta creata e gestita dal leader dei Thug Team (per altro presente al mic come ospite) fa da spina dorsale al progetto: bassi gonfi la fanno da padrone, incidendo su suoni moderni che prendono per mano l’elettronica e la portano dritta dritta nel club. La chiamano dirty south: ciò che è tendenzialmente riconosciuto a questo genere è  la prestanza del suono: nel caso di “Apokalypse Tape” tecnicamente perfettibile, sicuro, però Leman Sharque e i suoi fidi produttori puntano maggiormente alla sostanza ed all’estetica più danzereccia. Ciò si riflette anche nel flusso e nell’attitudine dell’mc, per il quale l’anagrafe gioca comunque a favore: il suo rap totalmente in francese è piuttosto lineare e cerca di amalgamarsi anche ad altri sound, come il riddim sul quale si palesa Lu Marra. Le compartecipazioni arrivano dall’Italia (Aban, Lu Marra e Pasco, tra gli altri), Parigi e Ginevra. Dischi così ci confermano quanto sia versatile l’universo hip hop, ma anche quanto questo genere sia difficilmente apprezzabile ed approcciabile da chi, a prescindere, non lo digerisce. (Nicola Pirozzi)

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