Rap o non rap? Ne parliamo con Coez

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Coez è un rapper che viaggia su un saldo binario. Lo abbiamo conosciuto molto hardcore, membro del “Circolo Vizioso” poi confluito in  “Brokenspeakers”. Negli anni ha dimostrato di possedere tutto quello che rende di un rapper un peso massimo.  Dall’uscita di “E invece No”, Coez mostra un altro suo lato artistico, si mette in gioco con “Fenomeno” e continua con “Senza Mani”, confermando l’evoluzione con la lavorazione di un disco che conterrà diversi sound. Rapper o cantautore a lui poco importa, la priorità è mettere in musica le sue sensazioni.  Coez è una figura chiave del panorama rap: uno dei prototipi di un’evoluzione spontanea dettata anzitutto da una naturale vocazione alla musica, non da una mera corsa ai riflettori.  

 

++“L’hip hop è morto?…Peccato non me ne ero accorto” cosa vuoi dire?

Con quell’affermazione intendevamo rendere chiaro che se è vero che l’hip hop non sta passando un bel periodo – parlo della musica, non dei numeri che fa-, è vero pure che la merda in giro c’è sempre stata, in tutti i generi, soprattutto nel momento in cui vanno più di moda. Detto questo, non ci dobbiamo dimenticare anche che chi fa il rap fatto bene c’è stato, c’è e ci sarà sempre, ogni gruppo che porta avanti il proprio percorso musicale con dedizione contribuisce a tenere vivo il rap.

++In questo Paese si tende forzatamente a mascherare il pop con l’hip hop. Uno dei motivi, a mio avviso, è che anzitutto manca una diffusa educazione musicale che permetta a chi ascolta di avere ben chiara la differenza tra generi diversi. Tu che idea hai di questa situazione? 

Innanzitutto il pop non lo identificherei come genere, l’etimologia della parola “pop” viene da “popular”, quindi per le masse, mentre il rap è un genere con degli stilemi molto forti, spesso chi esce da questi stilemi per rendere un prodotto più fruibile alle masse viene mal visto dai puristi del genere, secondo me la musica è innovazione, ogni artista deve prendere il proprio genere e portarlo un po’ più in là di dove lo ha trovato. Solo così cresce il movimento. Il problema è che a volte per andare incontro alle richieste di mercato il prodotto si evolve in una maniera che sa più di involuzione che di evoluzione, non saprei dirti se la colpa è degli artisti o delle etichette o delle radio, fatto sta che per come la vedo io, la dimensione più giusta per l’hip hop resta quella dei “localetti sudici” – nel senso hardcore del termine eh- e dei centri sociali.

++Silvano secondo te esiste una linea di demarcazione tra un rapper e un cantautore?

Si esiste, appunto il rap è un genere con degli stilemi molto forti, il 90 % dei pezzi viaggiano intorno ai 90 bpm. Sono tutti in quattro quarti, hanno tutti le rime, è l’unico genere forse in cui compare l’autocelebrazione. Non sentirai mai dire ad un cantautore quanto spacca quando fa i suoi rif di chitarra, o parlare per citazioni di altri cantanti che lo hanno preceduto…Sicuramente è possibile un unione fra le due cose, in quel caso continuerei a chiamarlo “rap” come stile di stesura di una canzone, come ad esempio fa Caparezza: rappa, ma non fa hip hop.

 ++Come sarà il nuovo album con Senigallia? E’ vero che ci sarà un apostrofo blues?

Sinceramente non so se c’è un genere che non abbiamo citato nel disco…diciamo che non abbiamo seguito nessun genere,  ma ci siamo divertiti a citarli praticamente tutti. Sicuramente per capire le citazioni ci vuole un minimo di cultura musicale, in ogni caso ciò che abbiamo messo in rilievo sono i testi, sono tutte “canzoni”. Anche un pezzo rap può essere una canzone, e qui mi riallaccio alla domanda precedente…ci sono un paio di pezzi rap nel disco, però ho usato il genere come mezzo e non come fine, come spesso accade in un disco “rap”, la cosa di cui sono molto contento però è il fatto che in alcuni episodi del disco le canzoni non siano riconducibili a nessun genere, ma che allo stesso tempo si senta che vengono dal rap.

++Vai ancora a dipingere?

Diciamo che non mi considero più un writer…quando dipingevo mi svegliavo la mattina ed il mio primo pensiero era proprio quello di dipingere, di disegnare, di evolvere il mio stile. Adesso quella foga, quella passione, l’ho focalizzata sulla musica, perché ho un altro tipo di necessità. Quel mezzo di comunicazione non mi basta più, però allo stesso tempo è una cosa che ha fatto parte di me e ogni tanto mi si risveglia dentro la voglia di prendere gli spray in mano e di farmi un graffito, e devo dire che ancora non ho perso la mano, e spero di non perderla mai!

++Com’è venuta fuori l’idea del videoclip “Senza mani”?

L’idea è partita dal mio manager, voleva fare un video con dei pupazzi, ma era orientato verso delle mascotte, tipo quelle delle squadre di football americano per intenderci. Allora sono andato a cercarle, ho chiamato Nicco, mio amico e membro Brokenspeakers, nonché affermato regista di video rap, per farmi dare qualche dritta sul dove trovare dei costumi adatti. Mi ha consigliato un negozio, una volta arrivato lì, ho visto in vetrina questi fruttini giganti e sono impazzito! Trovate le maschere ho esposto il progetto video a Nicco, che si è esaltato e abbiamo deciso di fare il video insieme. E’ stato divertente, faticoso e assurdo…

++Quanto tempo passi ad ascoltare musica e quali generi, in particolare?

Nella mia vita la musica è da sempre presente, non saprei quantificare il tempo che passo ad ascoltarla. Probabilmente è più il tempo che passo a farla: ogni volta che ascolto un pezzo cerco di imparare qualcosa. Per anni ho ascoltato praticamente solo hip hop, da qualche anno a questa parte mi si è aperta la testa e ho cominciato a trovare interessanti anche altri generi, ma soprattutto la cosa che ho cominciato ad ammirare sono stati quei gruppi che più di seguire il “genere”, ne hanno creato  uno proprio.

++Freud affermava che “l’inconscio è il mare del non dicibile, dell’espulso fuori dai confini del linguaggio, del rimosso in seguito ad antiche proibizioni”. E’ possibile far emergere l’inconscio attraverso la musica?

…Non ho ben chiaro il concetto di “inconscio”, però posso dire che a volte la mia musica ha portato alla luce dei fatti senza che io volessi parlarne davvero, in maniera involontaria. Per me in alcuni casi è stata una vera e propria “terapia”.
Forse questa è la cosa che mi spinge di più a fare musica. Poi, contano le views su Youtube, conta l’affluenza che si ha alle proprie serate, contano le vendite e il merchandising, ma a volte gli artisti non si rendono conto che dietro c’è un disegno più grande.

 

Discografia solista:

Figlio di Nessuno (2009)

http://www.youtube.com/watch?v=DVDz95zVkmU&feature=related

 

Fenomeno Mixtape (2011)

http://www.youtube.com/watch?v=abPiS8EbBOc

 

Senza mani EP (2012)

http://www.youtube.com/watch?v=Hq3Cl_gutuc

 

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