Dimora del Padrino, l’intervista!

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DIMORA DEL PADRINO
Dalla Sicilia arriva il rap progressivo
a cura di Nicola Pirozzi

++ Salve ragazzi, benvenuti sulle nostre pagine telematiche! Presentatevi a chi non dovesse conoscere la Dimora del Padrino!

Nino Campanella: Salve a voi! La Dimora del Padrino è un progetto musicale che nasce nel 1995 a Castelvetrano, un paese in provincia di Trapani, dalla profonda amicizia che lega i componenti e dalla forte passione per la musica che ha tenuto insieme il tutto. La formazione iniziale era composta da Dottor Jho’, Kool Magic Flow, Aspano, Bradda e Dj Leo. Successivamente gli ultimi due hanno lasciato il gruppo per motivi di lavoro e nel 2002 sono entrati a farne parte Nino Campanella e Mario Drama, entrambi fonici e produttori. Ci siamo sempre mossi con molta, oserei dire, “diffidenza” da tutto ciò che ci circondava socialmente e musicalmente, forse anche per questo in 15 anni di produttività non siamo mai riusciti ad integrarci completamente con la scena hip hop italiana, nonostante abbiamo avuto grandi possibilità quando l’hip hop era ancora una novità.

++ Si può dire siate sulla cresta dell’onda da quasi 15 anni, dunque avete vissuto le ere caratterizzanti del rap italiano. Dai primi successi, alla crisi del 2000, dai rapper su MTV alle derive modaiole degli ultimi tempi. Quale periodo vi appartiene di più? E quale aneddoto ricordate con più piacere?

Nino Campanella: La risposta è molto soggettiva, ognuno di noi si è avvicinato e ha vissuto il rap in maniera diversa; sicuramente ben poco ci rappresenta il rap dal 2000 ai giorni d’oggi, quindi gli ultimi 9 anni! Completamente estranei siamo alle derive modaiole, la MTV generation etc… non saprei neanche parlartene! E’ da tempo che non riusciamo ad ascoltare un disco rap italiano senza torcere il naso o skippare velocemente traccia, principalmente perché sono molto cambiati i nostri gusti musicali; Ascoltando altri generi apprezzi nuove sonorità, nuovi modi di far musica e il rap italiano di adesso, suonando pressoché tutto uguale, comincia a starci stretto.

Doctor Jhò: Sicuramente quello che apprezziamo di più è il rap della vecchia scuola, quello con cui siamo cresciuti e ci siamo avvicinati all’hip hop e alla musica, inutile far nomi la lista sarebbe infinita! Per capirci meglio..il rap dai beats crudi, tagliati male, campioni sporchi, metriche cacciate fuori con la rabbia che solo il rap da contestazione di un certo periodo sapeva fare. Tutto quello degli anni 90 per intenderci!! Quello che potevi toccare cacciando fuori un vinile dalla sua copertina e poggiarlo su un Technics sl 1200. Adesso è tutto troppo facile, tutto troppo scontato con i computer, le schede audio, il web, la porcheria dell’mp3, tutto troppo reperibile e imbottito di apparenza e immagine. Una volta si riusciva anche a dargli un prezzo quando te le sudavi sparandoti 800 chilometri per andare ad una Jam. Le atmosfere son cambiate e dai muri dei garage adesso si è passati al super pettinato da club. Sono un nostalgico ma è normale per chi adesso a 33 anni guarda indietro e parla di fanzine, audiocassette e vinili. Il nostro primo posto dove abbiamo iniziato a suonare era una cantina ripulita a nuovo e quando cacciavo fuori la roba vecchia per far pulizia non avevo la benché minima idea di quello che sarebbe successo dopo e ancora adesso a distanza di anni penso che da quel posto per noi è nato tutto.

++ “Il rap diventa progressivo”, è un po’ il vostro cavallo di battaglia. Quindi sample aggressivi, con un sound che sfiora il crossover: una scelta dovuta ad un desiderio di andare contro gli stilemi del rap classico e dei suoi campioni black, oppure perché è un’indole naturale quella di confrontarsi con produzioni più imponenti?

Nino Campanella: Ecco qui ci riallacciamo un po’ alla risposta precedente; con “Invisibili Eventi” il nostro modo di approcciarci alle produzioni musicali si è molto aperto, il tutto è frutto di un bagaglio musicale che si è arricchito negli ultimi anni ascoltando generi diversi come il rock progressivo anni ’70, musica psichedelica, cantautori italiani come De Andrè e Gaber o prettamente siciliani come Rosa Balistreri, di conseguenza ci siamo ritrovati a confrontarci, come dici tu, con produzioni molto più imponenti che hanno influenzato molto la nostra musica e le tematiche trattate. Non si tratta quindi di andare contro il rap classico, ma di andare avanti, vedere oltre, sperimentare; da buoni siciliani non ci azzarderemo mai a sputare nel piatto dove abbiamo mangiato, anche perché alla fine continuiamo sempre a fare rap!

++ Abbiamo appurato la vostra capacità nello storytelling, in particolare di quegli “ Invisibili Eventi” quanto necessari, che è anche il titolo del vostro album. Cosa rappresenterebbero per voi?

Nino Campanella: Per noi come per tutti gli italiani gli invisibili eventi sono momenti, attimi, istanti di vita quotidiana abitudinali, dati per scontati e accettati come “triste” realtà, indispensabili per portare avanti un paese come l’Italia. Sono eventi che descrivono le gioie e i dolori della vita di ognuno di noi, eventi che viviamo quotidianamente in strada, dentro i negozi, nelle scuole, nelle fabbriche, nei campi da coltivare. Ogni evento è come un mattone che contribuisce a creare una torre dove in cima risiedono coloro che ci comandano; e quotidianamente sentiamo addosso il peso di questa torre e dei padroni. Sono tematiche che abbiamo sempre trattato sin dalla nostra prima demo, ora sono solamente più evolute.

++ La vostra è una formazione numericamente importante: in che modo riuscite a sviluppare al meglio le idee musicali e a cercare un’intesa tra di voi? Avviene in maniera naturale oppure c’è bisogno di tempo per assimilarle al meglio?

Nino Campanella: Direi decisamente che c’è bisogno di tempo…di molto tempo! Il disco è stato ideato già qualche anno fa; mentre si stava per ultimare “Qualcosa del genere”, disco solista di Aspano, vi erano già le bozze delle nuove produzioni che ora si trovano in Invisibili Eventi. Le distanze che vi sono fra i vari componenti del gruppo dovute a motivi di lavoro ci costringono a sviluppare lentamente i nostri progetti. Sostanzialmente le idee musicali di questo disco sono nate da me che, diciamo ha “piantato il seme”, ognuno di noi lo ha innaffiato con idee proprie e lo ha fatto crescere e a poco a poco si sono registrate le strofe in studio, Dottor Jhò ha aggiunto nuovi suoni e nuovi strumenti per arricchire la musica, e dopo un’accurata selezione delle cose che andavano e non, si è montato e mixato il tutto.

Doctor Jhò: Comunque ognuno di noi ha una sua particolarità, di conseguenza contribuisce in maniera diversa ad apportare novità ad un pezzo. Per farti un esempio puoi paragonare i componenti del gruppo a cinque palline di gomma pazza ( quelle che saltellano di continuo) lanciate all’interno di una stanza, ognuna segue una direzione diversa, si scontrano, saltano, rimbalzano ma alla fine rimangono sempre e comunque nello stesso contenitore ovvero nella stessa stanza, lo stesso film.

++ Rimanendo in tema, come riuscite a collocarvi all’interno di un live e a preparare un concerto assieme?

Doctor Jhò: I live sono tuttora una cosa che non riusciamo a curare in maniera dettagliata per ovvi motivi di lavoro. La musica tuttora è pura passione e i soldi vengono da tutt’altra parte. Per il momento è davvero difficile che riusciamo ad essere tutti e cinque insieme tranne nei periodi estivi. Ci stiamo studiando sopra ed è nostra intenzione per dirti inserire dei musicisti e insieme realizzare una band per portare in giro i nostri live. Penso che la cosa più triste che possa esserci adesso nel rap è arrivare con il cd della base, senza un Dj è pretendere che il pubblico segua il tutto magari per un ora. E’ davvero molto ardua come cosa e sottolineo che una figura chiave che spesso oggi si trascura è proprio il lavoro del Dj e parlo di quello inteso alla vecchia maniera con la sua bella collezione di breakbeat in vinile e i due suoi giradischi da regolare.

++ Di sicuro il dialetto siciliano ha aiutato la vostra impostazione musicale, a questo punto viene da chiedersi perché una parte in italiano ed una in siciliano? Ancora non avete preso una “scelta” definitiva?

Nino Campanella: Vedi questo è un “problema”che non ci siamo posti più di tanto; durante la composizione dei pezzi abbiamo notato che certe tematiche rendevano di più cantate in dialetto siciliano, erano più incisive e potevano arrivare maggiormente alla gente che comprende il nostro dialetto e dall’altra parte incuriosire coloro che non lo capiscono come effettivamente è stato. Altri pezzi, come Lu giru di li vili, si basano su detti tipicamente siciliani e di conseguenza sono stati concepiti e sviluppati in dialetto. Non si tratta quindi di prendere una scelta, è stato tutto casuale e abbiamo tranquillamente inserito in scaletta i pezzi in dialetto tra quelli cantati in italiano perché alla fine seguono tutti la tematica del disco. Forse in futuro faremo qualche lavoro tutto in dialetto oppure il contrario e comunque ci piace essere sempre molto liberi quando si tratta di creatività.

++ Quali sono i vostri progetti futuri?

Doctor Jhò: Stiamo ultimando un lavoro con una preproduzione curate da Kool Magic Flow e già da qui posso anticiparvi che lo sconvolgimento dei sound è in agguato. Abbiamo fatto un largo uso dei sintetizzatori e il risultato lo sentirete molto presto. Un assaggio lo potete sentire già sul nostro myspace . Un percorso digitale intrapreso dallo stesso Kool Magic e in modo naturale siamo stati risucchiati da quest’altro vortice di provocazioni sonore. Ci piace poter sottolineare il fatto che se hai inventiva puoi andare oltre e se fatto bene distinguerti. Non vi anticipo nient’altro altrimenti roviniamo la sorpresa ma non aspettatevi nulla di già sentito.

++ Spazio libero per voi!!


Doctor Jhò: Facciamo i nostri bei saluti alla vecchia maniera e ricordiamo: Propulsore Dinamico, AudiaManent Studio, Tommy Lee, Robbaman, ABDS, Nino Panino, Greeza, Tasters, Malamanera, Yordise, Radio MVM, Zoofamily, A. Bonanno, DJ Massimino X one, TPK, Jaka, EskaViva, Jamento, la vecchia scuola, la nuova scuola, tutti i ragazzi che ci conoscono in Sicilia, quelli che supportano la musica perché giovani si è dentro, a quelli che non mollano e un saluto particolare alla redazione di Moodmagazine e un grazie per la disponibilità dimostrata.
Link ufficiali: www.dimoradelpadrino.it www.myspace.com/dimoradelpadrino

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